Il Six-Pack, il pacchetto di sei riforme al Patto di Stabilità dell’Unione Europea entrato in vigore a fine 2011, contiene un piccolo “bug”. Una delle norme approvate dall’Unione prevede una procedura di infrazione sugli avanzi e disavanzi delle partite correnti, simile a quella sul deficit pubblico. Complice il rallentamento dell’economia tedesca e delle importazioni, la “locomotiva d’Europa” ha sfondato la soglia del 6% di surplus rispetto al Pil che fa scattare la “Macroeconomic Imbalance Procedure” (MIP). La Commissione Europea nei giorni scorsi ha quindi annunciato che sta valutando l’apertura di una procedura di infrazione.
Ieri il Sole 24 Ore pubblicava un articolo piuttosto filo-tedesco, nel quale si metteva in evidenza la perniciosa (per l’autore) similarità della “MIP” al principio che Keynes tentò di affermare a Bretton Woods con la proposta della “International Clearing Union” e si concludeva con un plauso alla Germania che dovrebbe, sempre secondo l’autore, costituire un modello per i paesi del Sud Europa. E’ probabile che alla fine la Germania non verrà punita, ma la storia della “MIP” ci dice molto sulla potenzialità di una nuova forma di unione monetaria basata su meccanismi (anche dissuasivi e preventivi) di riequilibrio delle partite correnti. Se, al posto di una procedura discrezionale, l’UE prevedesse disincentivi automatici, come un tasso di interesse negativo sui surplus o vere e proprie “multe” per lo sfondamento della “quota” di export assegnata, i paesi tendenzialmente in avanzo verrebbero indotti a prevenire i surplus e a favorire così un aggiustamento “simmetrico”.
E’ questo in fondo il cuore della proposta di un euro “moneta comune” e non più “moneta unica”, basata proprio sul “Piano Keynes” di Bretton Woods, che Francia e paesi meridionali avrebbero tutto l’interesse a porre sul tavolo.
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