Magazine Diario personale

Quel che resta

Creato il 20 novembre 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Tornata. Alla fine eccomi rientrata da una città che adoro, da un posto che sono stata capace di amare e odiare allo stesso tempo. Sono di nuovo qui, e ho cominciato a spacchettare la mia roba, affrontando il tragico momento del trasloco. Esattamente come un anno fa, mi sono ripromessa di non comprare più niente e di smetterla di essere una fottuta consumista. Perchè proprio come un anno fa ho realizzato che io non ho più posto in camera mia per i miei libri, per le mie scarpe. Per i miei vestiti.
Ho quindi svuotato le mie valigie, e da Londra mi sono riportata indietro un bel po' di cose, cose che inevitabilmente mi ricorderanno questo periodo di novità, indipendenza, solitudine. E alla fine eccomi qui, a contare ciò che mi resta di queste ultime sette settimane.
-Vestiti e scarpe. Cose che ho comprato perchè qui non le avrei trovate, perchè alla fine lo faccio sempre quando vado all'estero. Perchè quando magari mi sentivo giù, decidevo di attingere a un clichè, e quindi fare shopping per tirarmi su il morale. Senza poi raggiungere alcun risultato.
- Libri. Comprati per poche sterline, questi libri mi hanno aiutato a migliorarmi, mi hanno dato ispirazione quando scrivevo durante il mio corso alla LSJ. Sono libri che rileggerò, e fra questi ho adorato The bookseller of Kabul. Leggetelo, se vi piacciono i reportage esotici, quei reportage che fotografano in maniera così vera e intensa una quotidianità che noi non possiamo nemmeno immaginare.
- Foto. Scattate durante le mie passeggiate, quando mi guardavo intorno e mi rendevo conto che Londra, sebbene sia una capitale, racchiude in sé tanti piccoli universi, tanti piccoli mondi a misura d'uomo. I colori della città, i muri riverniciati con un po' d'arte: a Londra sono riuscita a scattare delle foto in cui oltre alla novità, ho potuto immortalare anche momenti che normalmente avrei vissuto con tanta superficialità. Perchè una giornata di sole, a Londra, merita di essere impressa nella memoria. Anche quella digitale della mia Nikon.
- Il corso. Quello di cui ho parlato per tanto tempo. Quello con cui ho tediato amici (che forse non sono più amici dopo questa storia) e parenti. Quello per cui ho lavorato per tutta l'estate. Ed è lo stesso che mi fa sentire leggermente più fiera di me stessa. Tiè!
Quel che resta
- Amici. Di ritorno da Londra, sentendomi felice perchè avrei riabbracciato i miei storici affetti, ho provato anche una certa malinconia. Perchè nelle ultime settimane ho conosciuto persone con le mie stesse paure, le mie stesse ambizioni. Abbiamo vissuto la città assieme e ci siamo confrontati parlando delle realtà da cui proveniamo, diverse ma allo stesso tempo così simili da farci sentire quasi dei vicini di casa. Grazie a loro ho parlato in tutte le lingue che conoscevo, tranne l'italiano. E grazie a loro ho già programmato i viaggi per i miei prossimi dodici anni.
- Musica. Quella che ho ascoltato nei pub nelle serate live, quella che ho ballato nei club, quella che ho scoperto grazie alla mia coinquilina H. È la musica che ogni volta che ascolterò mi ricorderà queste ultime settimane, e mi farà sorridere.
- Raffreddore. Di cui non riesco a liberarmi, ma vabbè, io c'ho il raffreddore undici mesi all'anno, quindi non voglio prendermela con Londra, sebbene il suo clima umido abbia messo alla prova il mio fisico.
- Ricordi. Tanti. Che non ci sarebbero mai stati nelle mie megavaligie, le stesse che mi sono trascinata avanti e indietro per la città, le stesse che ho dovuto portare a mano il giorno in cui dovevo tornare qui a casa, quella mattina che mi rimarrà sempre impressa perchè oltre alla sveglia che non è suonata, oltre al bus che ho perso per andare in aeroporto, oltre all'ingorgo in Blackfriars, è stata la mattina in cui mi sono resa conto che avrei cominciato un nuovo capitolo. E dopo aver imbarcato la valigia, ho automaticamente imbarcato una serie di ricordi, momenti in cui ho riso, in cui mi sono sentita sola, momenti in cui mi sentivo talmente bene con me stessa che non avrei voluto che finissero. Momenti che mi hanno cambiata. Punto.
Quel che resta è più di una serie di pezzi da stipare dentro il mio armadio o nella mia libreria. E molto spesso, quando una bella esperienza finisce, si cade in un vortice di tristezza, malinconia e preventiva nostalgia. Ma questa lista mi ha fatto rendere conto che la fine di questo mio capitolo non ha nulla a che fare con la perdita. Sì, ho lasciato un po' di cose a Londra (tra cui il piumino e i cuscini comprati da Primark per sole 11 sterline!), ma alla fine il mio bilancio è positivo. Un guadagno effettivo quello ottenuto da queste mie ultime settimane all'estero. Soprattutto perchè nessuna nostalgia potrà mai rimpiazzare tutto quello che ho avuto, tutto quello che mi ha cambiata, tutto quel che resta.

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