Magazine Cultura

Quel che resta

Creato il 05 novembre 2013 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi
Mentre mi passano fra le mani libri di Burroughs, Harper Lee, Capote, Pasolini mi rendo conto di come il mercato del libro sia cambiato. Me lo ripeto ogni giorno ma non ne ho una vera percezione. Oggi probabilmente nessuno investirebbe su Ginsberg, molte case editrici cercano prodotti spendibili, culturalmente digeribili. Ma credo anche che siano sempre meno gli autori disposti a investire su se stessi e sul proprio lavoro. Chi ha voglia di perdere cinque o sei anni della propria vita a scrivere un libro per poi vederlo sparire dalle librerie nel giro di due mesi? Chi se la sente di investire tanto per poi vedersi fagocitati da un mercato che premia quasi esclusivamente chi alle spalle ha una casa editrice forte nel marketing e abbastanza potente da piazzare il libro in concorsi e vetrine? Molto meglio puntare su un libro pronto in qualche mese, dopotutto l'attimo da cogliere è più veloce della luce e se lo perdi sei fottuto. Così ecco che anche nella saggistica aumentano i casi di Instant book mentre nella narrativa abbondano quelli che io definisco “libri Take Away”. C'è però da considerare anche un altro aspetto. Quali sono i libri che alla fine restano? Anche se il mondo del libro è in caduta libera, anche se l'editoria si arrampica sugli specchi e le librerie precipitano nel caos, alla fine, quali sono le autrici e gli autori che ricordate? Quante autrici e quanti autori italiane/i, per esempio, pubblicate/i negli ultimi 10 anni rimarranno nella storia della letteratura? I grandi best seller, da Hunger Games alle 50 sfumature, dai vari amori Newtoniani ai frati incappucciati rimarranno? Io se penso ad autori recenti faccio fatica ad individuare degli italiani. Mi vengono in mente i “grandi”: Eco? Fa già praticamente parte della storia mi pare anche se è il suo mito ad avere la meglio. Baricco? La Maraini? Certo resteranno. Ma se scendiamo sotto i quaranta? Qual'è la formazione degli autori e delle autrici di oggi? Quanto investono sulla letteratura e sulla scrittura? Insomma non sono ancora riuscito a trovare un nuovo McEwan, un McCarthy, un Murakami giusto per citare alcuni degli autori che secondo me meritano un posto nella storia. E con questo non voglio dire che non ci siano giovani autori meritevoli. Voglio dire che forse il sistema impazzito dell'editoria li mastica e poi li sputa senza apprezzarne il sapore.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :