Magazine Diario personale

Quel che resta della notte

Da Perla
Ci sono notti che non accadono maiAlda MeriniIl dolore è passato. Tutto passa, anche il dolore provocato dall’amore. A Gabriella è rimasto solo il sognodi un progetto di felicità e tanti ricordi. Anche quelli passeranno, oppure, più banalmente, sbiadiranno come indumenti dimenticati al sole di agosto? Il suono della sveglia le impone di ritornare cosciente al mondo, anche se il primo pensiero, nelle brume del risveglio è sempre per lui, come l’ultimo prima di addormentarsi d’altronde, in un desiderio di vicinanza che tradisce sentimenti negati.È un mese  che abita in quella piccola costruzione in montagna; una sola stanza, enorme, più i servizi ma con intorno un grandissimo giardino spontaneo. Un mare di ginestre che si congiunge con il cielo e che scende giù dalla collina, cedendo  pian piano  il terreno ai papaveri rosso-fuoco, screziato dal verde dell’erba e altri più solitari fiori, come i i fiordalisi.  Un quadro di Monet, aveva pensato quando aveva visto il posto per la prima volta. E lei ora viveva in quel quadro: vestita di bianco con cappellino in tinta,  aveva camminato nel giardino fino a sera, assomigliando perfettamente a una delle figure che animavano i quadri del pittore francese, con il quale condivideva il genetliaco.  Gabriella tira su la coperta leggera, un movimento per volta ed a ogni movimento un flash-back, quasi un fotogramma dopo l’altro, un film  con una facile trama d’avventura nell’anima, alla ricerca di un motivo per vivere. Ma non per dimenticare.Chi sei stato non si dimentica. Ne conservi le tracce nei singhiozzi soffocati, nelle mani che brancolano l’aria, nell’insieme dei gesti che accarezzano il vento.Chi hai amato non si dimentica. Ne conservi le impronte sulla pelle, la voce ovattata dal tempo, i profumi che offuscano i sensi.Un giorno ti svegli e ti accorgi che quell’urlo animalesco, quella sensazione chiamata dolore e che tenevi dentro non c’è più. Ti accorgi che si è prosciugato al fuoco della sofferenza e si è trasformato in lutto. A quel punto e non ti resta che razionalizzare il risentimento e passare il balsamo sull’orgoglio ferito,  ridipingendo la mancanza con altri colori. Magari con il giallo della ginestra, per una visione di insieme  finalmente “altra”.Quel che resta della notte
C. MonetQuesto post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link:   http://carbonaridellaparola.blogspot.it/

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