21 novembre 2013 Lascia un commento
Uto Ughi era quel violinista eccezionale ma lo scoprii solo a fine concerto e da quel giorno non ho mai smesso di seguirlo nelle sue imprese musicali e personali.
Detto questo, leggere il suo libro e’ stato un passo ovvio ed inevitabile.
Ughi si racconta e lo fa iniziando dalla propria famiglia, le origini istriane, la fuga dall’olocausto delle foibe e gli studi di musica in giovanissima eta’ per merito del padre, uomo raffinato e sensibile. La sua storia e’ in realta’ un omaggio ai suoi maestri e alle personalita’ che piu’ di altre hanno contribuito al raggiungimento di un cosi’ alto risultato in carriera e tra tutti George Enescu, il grande compositore e direttore d’orchestra rumeno.
Si procede cosi’ per capitoli e dopo la storia personale, la storia dei suoi violini, uno Stradivari e un Guarneri e lunghi elenchi in brevi racconti sui tanti luoghi da lui visitati e ancor meglio sulle tante personalita’ del mondo della musica e non, incontrate in molti anni di carriera.
Ora, il libro non molto lungo in verita’, e’ interessante, non potrebbe essere diversamente data l’importanza del suo autore e la forza della sua arte, per quanto e parlo da profano, avrei voluto leggere qualcosa di piu’ tecnico sulle sue preferenze musicali e autoriali, un maggiore approfondimento su interpretazioni e scelte stilistiche, tutti argomenti trattati ma in maniera molto confidenziale e discorsiva, racconti che non si addentrano minimamente dentro il cuore della questione ma parlano con la semplicita’ di una chiacchierata tra amici.
Per qualcuno puo’ essere la scelta migliore, io come ho detto, avrei preferito un viaggio piu’ in profondita’ nell’anima del musicista e della sua musica. Tolto questo resta un libro da consigliare, un punto di partenza per andare oltre l’uomo ed intraprendere un bel viaggio nella sua storia e nel panorama musicale contemporaneo.