Luccio a casting
Esiste una primavera invernale che si nasconde in quei giorni d’autunno, quando ti togli la giacca, ed anche il maglione sembra di troppo.
Quello che cerchi in Novembre ha molti più denti di quelle trote passate d’estate.
E’ il luccio maestoso dallo sguardo cattivo, è il re del lago dal morso fatale che non lascia scampo alla preda.
Abbigliamento da missione antartica, il meteo dava pioggia e freddo… dove ho messo la crema solare? Poco ci manca che mi metto in costume da bagno. E’ metà Novembre, l’aria è tersa, il freddo è solo un brivido sui refoli di vento. Il lago è uno specchio di argento liquido e tutto il panorama è nitido ai nostri occhi: montagne, paesi aggraziati, campanili e ville affacciate sull’acqua.
Planiamo come un aereoplano con la barca d’alluminio spinta da 25 cavalli. Canne armate, operativi. Il maestro sceglie lo spot e conosce la batimetrica molto bene, io conosco altrettanto bene il sapore delle brioche alla marmellata del bar di fiducia e quindi inzio a mangiare mentre caliamo le esche in traina. Artificiali grossi, molto grossi, cavetto a prova di big esox e trecciatone da innumerevoli libbre.
Panini in barca
Trainiamo, il motore tossisce e si spegne ogni tanto, ma le bestemmie cadenzate lo fanno sempre ripartire di slancio. Poi si scalda e gli passa la tosse. Trainiamo, canne in mano pronte alla ferrata, siamo molto fiduciosi. Si sta bene, i problemi della vita di tutti i giorni non esistono se c’è il sole e sei in barca con un amico a pescare. Voliamo da una parte all’altra del grande lago, Maestro mi insegna i posti che gli hanno dato i migliori risultati in molti anni di esperienza, io memorizzo, e poi ancora chiacchiere e anedotti. Panini, molti panini. Qualche tocca sul fondo fa scattare la ferrata, ma nessuna vera abboccata… quella testata che aspetti… quella che ti strappa la canna dalle mani mentre il cuore ti arriva in gola come un pugno…
Shimano Yasei Jerk 4oz, Cardiff & Perch Storm
E’ il primo pomeriggio, per divertirci un po’ decidiamo di fare due lanci in un punto del lago dove c’è un gradino marcato del fondo, un “hot spot” del Maestro che si presta alla pesca a lancio. Si spegne il motore e mentre la barca scarroccia piano lanciamo e recuperiamo cercando di tenere il contatto con il fondo. Sono entusiasta della mia nuova attrezzatura da Casting pesante e sbacchetto a destra e a sinistra come farebbe Harry Fotter. Giro la manovellina e penso a quel persicone di gomma che faccio nuotare là in fondo…
Una leggera tocca prima e poi subito BUUUUM
Si appesantisce la lenza come fosse un ramo, ferro deciso e mi risponde una testata secca! <C’è!> Urlo di gioia. Recupero lento ma ho la frizione troppo chiusa e lo sto forzando troppo, apro un po’… < polca maremma! ho aperto troppo…> Nell’enfasi rischio il disastro aprendo la frizione come fosse il rubinetto dell’acqua calda, si allenta pericolosamente il contatto, richiudo il giusto e… <c’è c’è c’è>. Maestro ha già aperto il guadinone, avvicino, due scodate e spruzzi: eccolo. La tensione scompare e si spalancano i sorrisi: <Bravo giovane! Hai ferrato bene. Era ora che mi dessi qualche soddisfazione!> si compiace il Savio. Io sono felice di questo bellissimo pesciozzo a casting.
Foto di rito e rilascio perfetto. (Per la cronaca: lo sfondo è il mare delle Florida Keys, questo per non svelare la location. N.d.R.)
Luccio a casting (n.b. fondale taroccato a photoshop)
Pacche sulle spalle e soddisfazione vera.
Trainiamo ancora, cerchiamo un vero big.
Il sole cala in fretta, ancora due o tre spot in giro per il lago e poi voliamo sull’acqua fino al carrello che ci aspetta. La barca è di nuovo schiava della macchina, il buio è di nuovo intorno a noi. Si guida verso casa. Ho nel polso ancora la sensazione della ferrata e non vedo l’ora di sbacchettare ancora a casting! E’ stata un’ultima giornata di primavera onorata da un pesce bellissimo, non enorme, ma degno del nobile nome che porta: Luccio, il re.
Flying Fishing Boat! Ultime luci…
Novembre cambierà presto, ci sveglieremo una mattina con un vento gelido e forti piogge. L’acqua in certe parti d’Italia si infurierà contro gli scempi dell’uomo e cercherà di ricordare a tutti, ancora una volta, qual’è il nostro posto nella natura: parte di essa e non dominatori. Ferire la Natura è, inevitabilmente, ferire noi stessi.
Novembre finirà e per quasi tutti resterà solo l’eco sempre più affievolito dei telegiornali, per alcuni invece il dolore dei lutti e un fango addosso che non andrà mai via.
Tutta l’Italia avrà freddo e ci troveremo la mattina, ai primi giorni di Dicembre, a pensare a quanto Inverno manca alla prossima Primavera. Cercheremo di ricordarci l’ultima volta che il sole ci ha scaldato. Ma che ci sia il sole o la pioggia, il raggio caldo che scioglie il ghiacciaio o il vento gelido che scaglia la neve, noi pescatori saremo sempre là fuori: sull’acqua, nell’acqua, con l’acqua!
Perché chi pesca davvero ama il suo elemento, cerca di comprenderlo in ogni momento, si misura sempre con lui e sempre lo rispetta.
Rock’n'Rod
Luccio Casting
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