

Francamente mi sono chiesta se era il caso di scrivere di quella meraviglia assoluta che è l'Alhambra! E' un luogo talmente conosciuto, fotografato, documentato che le mie immagini e parole non possono che risultare scontate, parziali e comunque insufficienti. Poi mi sono detta che i luoghi non cambiano, ma cambia ogni volta lo sguardo di chi li osserva, un sogno visivo sempre rinnovato da arricchire della sensibilità individuale e allora perché non dire la mia anche se rischia di essere incompleta e banale?

Lo scorcio più bello è naturalmente quello al tramonto e di notte dal belvedere San Nicola nel vecchissimo quartiere Albayzìn proprio di fronte. E' una visione magica da mondo di Walt Disney, solo che non si tratta di una costruzione rifatta american style, è tutta autentica, cariche di secoli le vecchie pietre, reali mura e torri. 


La storia è fatta così e purtroppo non ci sono eccezioni, un lungo susseguirsi di sopraffazioni, il vincitore arriva e nella foga di cancellare la presenza "dell'altro" distrugge quanto è stato fatto prima oppure corregge, trasforma, aggiunge, imprime il suo marchio indelebile sull'opera del vinto. In fondo nulla di strano, l'uomo è un animale a due zampe e nel mondo animale, cui appartiene da sempre, si suole marcare il territorio attraverso un "naturalissimo e fisiologico" sistema. Sconcertata e spesso incazzata, ho fatto queste considerazioni durante tutto il mio viaggio in Andalusia, in cui agli otto secoli di dominazione araba ha fatto seguito la riconquista cristiana e in certi luoghi, per esempio tutte le moschee trasformate in chiese, l'Alhambra di Granada o la Moschita-Cattedrale di Cordoba, la riflessione risulta particolarmente evidente.


Comprendo perfettamente che quel 2 gennaio 1492, giorno della riconquista di Granada, i Re Cattolici Isabella e Ferdinando abbiano voluto fare dell'Alhambra, sede del finito potere nasride, la loro residenza reale e la sede della Capitaneria Generale, ma che bisogno c'era di piazzare subito una nicchia per la Madonna all'ingresso maestoso della Porta della Giustizia?



Perché interrompere la straordinaria armonia architettonica del complesso dell'Alhambra come ha fatto il nipote dei Re Cattolici Carlo V, Re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero, ordinando la demolizione di un'ala dei favolosi Palacios Nazarìes per erigere a metà XVI° secolo la sua residenza reale in pieno stile rinascimentale? Carlo V voleva esprimere un'architettura "nello stile dell'antica Roma", mettendo in risalto l'originalità della sua pianta: un cerchio inserito in un quadrato. Sarà anche un bell'esempio cinquecentesco, ma non si poteva sistemare più che degnamente in uno dei numerosi palazzi già esistenti? Gli cascava la corona? 

cortile interno del palazzo di Carlo V

























