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Quella risata che non ti aspetti

Creato il 31 gennaio 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Quando si parla di horror abbiamo tutti un’immagine ben chiara in testa: che siano vampiri, zombie, inverni nucleari o sadici personaggi con tendenze al cannibalismo, i libri che rientrano in questa categoria non sono certo da considerarsi per i deboli di cuore o per le persone facilmente impressionabili.

Ma cosa succede quando l’horror incrocia una strada che non ci saremmo mai aspettati?

Petersen_Married-with-Zombies-MM1
Nel 2010 viene pubblicato per la prima volta un romanzo dal titolo “Finché zombie non ci separi” (living with the dead) dell’autrice Jesse Petersen. Si dice che un libro non debba mai essere giudicato dalla copertina, tanto meno dal titolo, ma sarebbe stupido non immaginare la natura comica del romanzo in questione (e della trilogia in generale) già soltanto dal titolo.

Parlare di horror e humour nello stesso contesto fa storcere il naso a molti, quasi si trattasse di un confine invalicabile.
La verità è una e una soltanto: la gente ama il black humour e lo ha sempre fatto.

Facciamo qualche passo indietro e torniamo ai decenni ’80 e ’90 e al florido periodo delle parodie cinematografiche di celebri libri. Il primo che probabilmente in molti avranno in mente è “Dracula – morto e contento”, film del 1995 diretto da Mel Brooks e con la sempre stupenda partecipazione di Leslie Nielsen nel ruolo del vampiro più famoso di tutti i tempi. Generazioni intere hanno riso (e continuano a ridere) grazie al susseguirsi di eventi demenziali costruiti sulla cornice considerata prettamente horror e gotica del romanzo originale di Bram Stoker. Così accade anche per i film parodia successivi, i più famosi (e sotto certi punti di vista discutibili) Scary Movie e simili.

Diversi anni dopo sono nati dei telefilm con un simile stampo, uno di questi potrebbe essere considerato Death Valley, che unisce elementi paranormali come lupi mannari, vampiri e zombie, splatter e situazioni pungenti, demenziali e talvolta indecenti.

Siamo portati a pensare che una parodia tratta da un film o da un libro horror trovi, in qualche modo, una giustificazione per la propria esistenza mentre esitiamo davanti alla prospettiva di un libro che si basa su concetti simili. Non dobbiamo dimenticare la nascita della fantascienza umoristica negli anni ’30 e il suo periodo di massimo splendore con titoli come “Guida galattica per autostoppisti”, varie opere firmate Fredric Brown e così via.

Fortunatamente i titoli horror umoristici non mancano, spulciando i motori di ricerca si trova davvero di tutto, come “Orgoglio, pregiudizio e zombie”, di Seth Grahame-Smith che spiritosamente accredita Jane Austen come co-autrice del romanzo. La particolarità di questi libri è che se ne trovano davvero d’ogni tipo, d’ogni fascia d’età e con varie contaminazioni (qualcuno potrebbe avere elementi romantici, un altro invece potrebbe essere stato scritto con quel pizzico di morale che non guasta mai e così via…).

Dracula_morto_e_contento

E se in passato abbiamo trovato ridicoli certi libri relegati nella sezione horror delle librerie per il loro contenuto, sebbene l’intenzione dell’autore fosse ben altra, adesso potremmo anche sorprenderci e trovare molto più interessante un libro che illustra i 1000 e 1 modi per portare in tavola una zuppa di zombie anziché leggere la stessa solita storia del sopravvissuto con bastone e fucile, perennemente in fuga da esseri che non potrà mai battere.

Christine Amberpit



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