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#quellavoltaincui

Creato il 03 marzo 2014 da Marika L

Una delle citazioni più famose del film “Hitch” recita così: “Nella vita non contano i momenti che il respiro te lo danno, ma quelli che il respiro te lo tolgono”. Se da un lato è vero che in un viaggio i monumenti e le attrazioni fanno la loro parte, dall’altro c’è qualcosa che nessuna foto potrà mai farti rivivere: le sensazioni. Si legano ad uno dei cinque sensi e ti lasciano a bocca aperta, perché nessuna guida ti aveva preparata a ciò che è troppo soggettivo e, quindi, indescrivibile.

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Ho iniziato a pensare a quali siano state le più significative in assoluto, quelle che mi hanno sorpresa e colpita e stupita più delle altre, spesso più di un panorama meraviglioso. Ho aperto i cassettini della mia memoria-viaggio, ho messo la parte i paesaggi più belli, i templi e i monumenti, concentrandomi solamente su ciò che ho celato dietro di essi. Generalmente, non ho preso in considerazione solo le sensazioni più positive, ma le più forti. Oggi voglio condividerle con voi e spero che, come me, altri blogger racconteranno di #quellavoltaincui.

  • #quellavoltaincui ho messo piede fuori dall’aeroporto di L’Avana

Ecco, questo è uno di quei momenti che non potrei mai dimenticare. Atterramo intorno alle 23 ed era ottobre, quindi qui in Italia iniziava ad avanzare il freddo (nella mia Campobasso si gelava già

:D
). L’immagine più vivida rappresenta me che apro uno degli sportelloni enormi di uscita ed una ventata di aria caldissima mi abbraccia improvvisamente. Quello è un caldo diverso: umido, palpabile. Mi aspettavo delle temperature elevate, ma non così elevate e non a quell’ora. E’ stato come se Cuba mi avesse dato il suo benvenuto.

  • #quellavoltaincui ho visto il Kiyomizudera

Il primo tempio regala un impatto visivo ed emotivo impareggiabile e così è stato tra me ed il Kiyomizudera: amore a prima vista. Mi sono trovata di fronte un colosso immerso nella natura che sembrava tirato fuori da uno qualsiasi dei cartoni animati della mia infanzia.  Non so spiegare bene il brivido che mi ha percorso la schiena in quel momento ma è stato un altro fulmine, positivissimo, a ciel sereno. Mi ha causato le farfalle nello stomaco.

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  • #quellavoltaincui una signora giapponese ci ha accompagnati per oltre un km

Della gentilezza dei giapponesi vi ho già parlato, ma quella signora mi ha lasciata davvero a bocca aperta. Le avevamo chiesto indicazioni ma lei non conosceva nemmeno una parola in inglese e, dopo essersi resa conto che ignoravamo la sua lingua, ci ha accompagnati per un tratto lunghissimo di strada e poi si è rigirata. In quel momento ho capito quanto, a volte, la gentilezza riesce addirittura a stupirci.

  • #quellavoltaincui ho ballato in un villaggio del Kenya

Immaginate me che cerco di imparare una danza tipica di una tribu del Kenya. Ecco, è successo davvero. Durante una visita ad un villaggio poverissimo, ho avuto la fortuna di assistere e partecipare ad un ballo nuziale ben lontano da un lento o da un valzer ma più vicino ad uno sculettamento sfiancante che durava tanto, tantissimo. Ricordo un caldo afoso, un odore nauseante e gli occhi dello “sposo” fissi su di me accompagnati dal suo tentativo di dirmi qualcosa in una lingua incomprensibile.

  • #quellavoltaincui il ragazzo di Santa Clara si è commosso per la mancia

Due ragazzi erano stati con noi una giornata intera consigliandoci dove mangiare, tenendo d’occhio la nostra macchina, facendoci strada ecc. Non dimenticherò mai il momento in cui ci siamo salutati e Diego ha dato loro una mancia nonostante i vari tentativi di rifiuto: una commozione ed una gratitudine senza pari.

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  • #quellavoltaincui ho incontrato Hachiko

Sono una fiera padroncina di Akita INU da ben tredici anni e quello che dico sempre è: solo chi ne ha uno può capire cosa voglio dire. L’Akita è un cane particolare ma che ti riempie il cuore e la vita giorno dopo giorno. Quando uscì il film io ho rivisto in Hachiko la riproduzione perfetta dei comportamenti abituali di questa razza e la statua dell’Akita più famoso al mondo mi ha ricordato quanto sono fortunata ad avere un orso scodinzolante che mi ama da morire.

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  • #quellavoltaincui alle quattro del mattino si gelava a New York

E’ strano che uno dei ricordi più dolci che io abbia della vacanza natalizia nella Grande Mela con due delle mie migliori amiche sia proprio il senso di freddo. Il jet-lag ci costringeva ad alzarci prima dell’alba e se ora ripenso a quei momenti la prima cosa che mi viene in mente è la sensazione del freddo sulla pelle e del giubbino che avvolgeva il pigiama mentre le chiacchiere notturne ci facevano compagnia.

Quali sono i vostri momenti di #quellavoltaincui ?

:)


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