Giovedì 16 giugno, Koblenz.
Oggi è festa! Oggi i bambini stanno a casa da scuola e pure domani perché si ponteggia! Io sono sempre in malattia a causa della gamba rotta, ma è un giorno speciale. Si festeggia il ‘Corpus Domini’, il corpo di Cristo. Prevista messa alle dieci con relativa processione per le vie della città. Ci prepariamo per tempo con il vestito bello dato che la nostra più grande farà la chierichetta. Entriamo in chiesa , Sofia corre a mettersi la tunica e noi cerchiamo posto. Nelle prime file capeggia un cartello che riserva i posti per i bambini che quest’anno hanno fatto la comunione. Le file però sono vuote, eccetto due minuscole bambine vestire di bianco. Probabilmente il vestito della comunione avuta da poco. Anche Sara , mia moglie , mi fa un commento su questo fatto. Prendiamo posto poco più indietro a quelle file vuote. 50 bambini dovrebbero occuparle, spero nel mio cuore che siano magari in ritardo, che forse noi magari siamo troppo in anticipo. Il tempo passa. La gente che arriva si mette dietro guardando con sguardo interrogativo quelle file vuote. Nessun nuovo bambino arriva. Viene suonata la campanella di inizio messa, tutti in piedi e la musica inizia, le fila rimangono vuote. Dietro la chiesa è piena anche se non stracolma. Giorno di festa, giorno da dedicare a Gesù e a quando spezzò il pane. Giorno per ricordarsi che nell’Ostia c’è proprio Lui. Giorno per tornare umili e inginocchiarsi davanti a un umile e piccolo pezzo di pane che ha cambiato il mondo. Eppure , il primo giorno di un weekend lungo 4 giorni. Un weekend che i genitori di quei 50 bambini hanno pensato di dedicare ad altro. Il male che attanaglia la chiesa è questo. È un male strisciante che come un muschio o un fungo è cresciuto piano piano. La colpa non è di sicuro dei bambini che hanno fatto la prima Comunione. Hanno fatto la prima Comunione agghindati di tutto punto, con giacca i maschi e vestiti quasi da sposa le femmine. A casa hanno fatto un pranzo o magari al ristorante. I più hanno ricevuto in regalo il primo cellulare e qualche soldo magari. Per loro, per quei bambini, quella è la prima Comunione. È diventato un altro compleanno, una ennesima occasione di ricevere regali, di fare festa …. Feste che poi perderanno un motivo di essere dato che saranno tutte uguali. Le famiglia cattoliche davvero stanno sparendo. Le cose si fanno per abitudine o perché le fanno ‘tutti’ e i genitori stessi non capiscono effettivamente quello che stanno facendo.
L’uomo si crede indipendente dal Dio e mettendosi al suo posto giudica i riti di una chiesa millenaria come inutili e superflui. Si fa il battesimo perché l’hanno fatto tutti, si fa la comunione per mostrare un vestito nuovo e fare festa. Tutto è svuotato e rimane senza senso. Rimane solo il guscio esterno, quello per fare scena, per fare scena di fronte alla comunità. Cosa sarà fra dieci anni? Se oggi in chiesa, almeno qui in Germania, ci sono persone tra i sessanta e gli ottanta anni, cosa succederà tra dieci i vent’anni?
Ma è giorno di festa, è giorno che Gesù , quello vero, sfili per la città. Esce dalla chiesa quindi un lungo corteo di preti, chierichetti e delle persone che erano a messa. Chiude le fila un parroco che porta l’Ostia. Il simbolo di noi cattolici.
Affaticato dalle stampelle seguo anche io con tutta la famiglia il corteo. Procedendo diciamo il Rosario, ringraziamo Dio per varie cose. Il traffico viene fermato dalla ‘Polizei’. Gli automobilisti si accodano diligenti e ci guardano in pelo annoiati. Le persone dei palaZi che si affacciamo alla strada vengono alla finestra. C’è chi esce dai negozi e si fa un segno della croce. Altri si girano dall’altra parte magari dando un’occhiata furtiva.
Raggiungiamo un’altra chiesa dove al di fuori è starò preparato un posto di ristoro e qualche gioco per i bambini. Segue l’ennesima benedizione e la funzione si conclude. La gente si mette in fila per un Würst e una caffè. I miei bimbi fanno amicizia con i pochi altri bimbi presenti. Ci sono dei tavoli con ragazze che decorano vasetti di vetro. Più in la due bambini giocano facendo cadere dei tronchetti di legno. Perché non sono venuti in chiesa con noi? Perché sono rimasti li fuori?