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Più di tremila barre di combustibile nucleare esaurito conservate all’interno di fusti metallici accatastati in un sito nella città di Zaporizhia in Ucraina, a nord di Kiev, ad appena duecento chilometri dal confine con la Russia. Un’area di stoccaggio che si trova nelle vicinanze della più grande centrale nucleare d’Europa: Chernobyl, dove un incidente nel 1986 provocò la morte di numerose di persone e l’inquinamento radioattivo della zona circostante.
Alla preoccupazione della popolazione locale e al grido d’allarme degli ambientalisti, si aggiunge lo studio dei politologi che intravedono nelle scorie nucleari anche una preoccupazione ulteriore nel conflitto tra Russia e Ucraina. Le truppe russe, dopo l’annessione della Crimea nel 2014, e nell’ambito di alcuni operazioni militari, potrebbero colpire il sito di nucleare con missili a lungo raggio e provocare un disastro ambientale. L’impianto di Zaporizhia potrebbe essere utilizzato, infatti, come un avamposto difensivo dei soldati ucraini. Attualmente, le autorità ucraine sostengono che gli standard di sicurezza dell’impianto sono alti, ma non ci sono conferme della comunità internazionale. In caso di attacco il sito sarebbe a rischio. Fonti della Banca centrale europea fanno sapere che sarebbero disponibili finanziamenti per il sito nucleare in questione, ma anche per programmi di regolamentazione di altri impianti. Tra le circa 770mila persone di Zaporizhia non sono poche quelle che lavorano nel sito.
Le preoccupazioni ambientali crescono, mentre l’impianto è fermo dallo scorso dicembre a causa di una presunta fuga di radiazioni, negata dalla società. La percentuale di energia elettrica fornita dal nucleare è aumentata del 10% nell’ultimo anno, conseguentemente al rischio di sospensione nella fornitura di gas. A causa della crisi del carbone, anche l’approvvigionamento di energia nucleare sta diventando un nuovo teatro di guerra, prettamente economico-commerciale, anche se nell’acquisizione dell’uranio l’Ucraina è uno dei maggiori clienti della Russia.
Attualmente, circa il 60% dell’energia elettrica in Ucraina è prodotta dai 15 vecchi reattori nucleari, concentrati nei quattro grandi stabilimenti del Paese. Nove di questi chiuderanno entro i prossimi cinque anni, tre già hanno interrotto la loro attività.
Fonte: Diritto di critica
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