Magazine Società

Quelli che... i diritti umani prima di tutto

Creato il 20 maggio 2011 da Wanderer @Inneres_Auge
Questo blog è dedicato soprattutto alla centralità della persona intesa come invididuo anzichè numero tra tanti. Secondo me la centralità dell'individuo passa soprattutto dal fatto che a quest'ultimo siano garantiti i diritti fondamentali. Quando ciò viene meno vuol dire che dobbiamo riflettere e non voltare la testa altrove.
Io rifletto e m'informo.
Massimo Fini scrive
Dal 1500 al 1700 portoghesi, spagnoli e inglesi si specializzarono nella tratta degli schiavi (la schiavitù era scomparsa da mille anni, col crollo dell'impero romano). Ma nel 1789 arrivò la Rivoluzione francese con i suoi sacri principi: libertè, egalitè, fraternitè. Peccato che l’800 sia stato il secolo del colonialismo sistematico europeo. I “sacri principi” non valevano per gli altri. Gli Stati Uniti, gli attuali campioni della morale occidentale, hanno alle loro origini un genocidio infame e vile (winchester contro frecce) che non disdegnava l’uso delle “armi chimiche” dell’epoca (whisky). Sono stati gli unici, in epoca moderna, a praticare, sul proprio territorio, la schiavitù, abolita solo nel 1865 e hanno avuto l’apartheid fino a 50 anni fa. Nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale questi corifei dei “diritti umani” bombardarono Berlino, Dresda, Lipsia mirando appositamente ai civili, fra cui fecero milioni di morti, “per fiaccare il morale del popolo tedesco” come dissero esplicitamente i loro comandi e sono l’unico Paese al mondo ad aver usato l’Atomica. Sgretolatosi il contraltare sovietico hanno inanellato, in vent’anni, cinque guerre. Il primo conflitto del Golfo poteva avere qualche ragione perchè Saddam aveva invaso il Kuwait, peraltro uno Stato fasullo creato nel 1960 per gli interessi petroliferi Usa. Ma le guerre bisogna anche vedere come le si fanno. Per non affrontare fin da subito l’imbelle esercito iracheno bombardarono per tre mesi le principali città dell’Iraq. Sotto le luminarie che ci fece vedere il prode Del Noce morirono 160 mila civili, di cui 32.195 bambini (dati del Pentagono). 32.195 bambini. Quando lo scrivo o lo dico mi immagino che i miei connazionali, “italiani brava gente”, siano percorsi da brividi di orrore. Ma non è così. In questo momento, a detta della Tv di Stato, gli italiani e le italiane sono dilaniati dal lacerante dilemma: “Poichè la moda quest’anno non ha dato indicazioni, quale dovrà essere la lunghezza della gonna la prossima estate: al ginocchio, sopra, sotto, mini, maxi?”. Poi c’è stata l’aggressione alla Serbia del tutto immotivata (“Gli stupri etnici! Gli stupri etnici!”. I debosciati occidentali, che vanno a comprare le bambine e i bambini a Phuket, proiettano la loro ombra: vedono stupri dappertutto). I morti furono 5500. In Afghanistan sono, per ora, 60 mila, la maggioranza provocata, secondo un rapporto Onu del 2009, dai bombardieri Nato, spesso droni, aerei senza equipaggio teleguidati da Nellis nel Nevada. Gli occidentali, si sa, hanno uno stomaco delicato, gli fa orrore il corpo a corpo, il sudore, la vista del sangue. Gli sembra più morale schiacciare un bottone, fare qualche decina di morti a 10 mila chilometri di distanza e poi andarsene a cenare a casa. In Iraq i morti sono stati 170 mila. Il calcolo è stato fatto, in modo molto semplice, da una rivista medica inglese confrontando i decessi degli anni di Saddam con quelli degli anni dell’occupazione. Per la Libia i calcoli li faremo alla fine. Rimaniamo sul certo. Le cinque guerre occidentali hanno causato circa 400 mila vittime civili, il terrorismo internazionale circa 3500. Un rapporto di 110 a uno. E allora chi è il terrorista?


Direi che la domanda è paradossale ma trovo ancora più assurdo il fatto che non sappia trovare una risposta. Poi Enrico Piovesana


Machi Khel, villaggio del Nord Waziristan. E' la fine Ramadan, e in ogni casa si festeggia con una gran cena. Sadaullah Khan Wazir, 15 anni, ha servito da mangiare a parenti e amici di famiglia, riuniti sotto un albero in cortile, ed è rimasto con loro a prendere il fresco. Un ronzio nel cielo stellato e poi è arrivato il missile: sono morti in nove; Sadaullah ha perso le gambe e un occhio.


Datta Khel, un altro villaggio della regione. Scoppia una complicata disputa sulla proprietà di un terreno agricolo dov'è stata scoperta una miniera di cromite. Gli anziani del distretto convocano una jirga per risolvere il problema. Durante l'affollata riunione, tenuta all'aperto, un ronzio nel cielo azzurro e poi è arrivato il missile, poi un altro, e uno ancora: sono morti in quaranta.


Mir Ali, capoluogo del Nord Waziristan. Karim Khan, giornalista locale, e suo fratello Asif Iqbal, insegnante d'inglese alla scuola pubblica, stanno festeggiando con parenti e amici la fine dell'anno (quello occidentale, non quello islamico) nel cortile di casa. La luna piena sembra emettere un ronzio e poi è arrivato il missile: Karim ha visto morire suo fratello e suo figlio, di 18 anni. Dopo i funerali si è rivolto a un suo amico avvocato, Mirza Shahzad Akbar, è ha fatto causa alla Cia.


Secondo l'ultimo rapporto della Commissione pachistana per i diritti umani (Hrcp), appena pubblicato, i droni americani hanno effettuato nel solo 2010 ben 134 bombardamenti missilistici, quasi tutti sul Nord Waziristan, uccidendo almeno 957 personee ferendone gravemente 383, in maggioranza civili. A giudizio del giornalista pachistano Amir Mir, uno dei maggiori esperti locali di antiterrorismo (minacciato di morte sia dai talebani che dai servizi segreti pachistani), il 98 per cento delle vittime dei droni Usa sono persone che nulla hanno a che vedere con i talebani o con al Qaeda.


La campagna aerea della Cia in Pakistan (autorizzata nel 2004 dal presidente Bush ma entrata nel vivo solo nel 2008, con 250 raid e almeno 2.300 morti in tre anni) viola di per sé il diritto internazionale in quanto, secondo Philip Alston, rappresentante speciale dell'Onu per le esecuzioni sommarie, si configura come ''uccisioni extragiudiziali in serie, basate su una licenza di uccidere priva di basi legali''.


L'elevato numero di 'effetti collaterali', evidentemente considerati dalla Cia un necessario prezzo da pagare per l'uccisione di qualche nemico combattente, fa della guerra dei droni un vero e proprio crimine di guerra. Ma questo non scoraggia il Nobel per la pace Obama, intenzionato anzi a intensificare l'uso dei velivoli senza pilota non solo in Pakistan, ma anche in Afghanistan, Libia, Yemen, Somalia e ovunque nel mondo si nascondano presunti nemici dell'America.
Le contraddizioni della nostra società: un Nobel per la pace che bombarda più di Hitler e Stalin messi assieme. Eh ma Obama è il cambiamento...


Infine, non dulcis in fundo però, un estratto dell'intervista di Alberto Tundo a Martinelli, vescovo di Tripoli.
A. T. - Cosa sta accadendo in Libia?
M. - Quello che succede è quello che la Nato fa succedere. Sono le bombe che cadono senza tregua. Lei può immaginare quello che dicono giornali e televisioni: la tv libica non fa che mostrare vittime civili a Brega, Tripoli, in ogni parte della Libia. L'Europa sta compiendo un diastro, distruggendo la vita sociale di un Paese.
A.T. - Le vittime mostrate dalla televisione di regime sono vere? Non sono una messinscena?
M. - Sono vere! Le bombe cadono sulle case e io che devo pensare, che sono vittime false? Le bombe cadono sugli ospedali. Venga a vedere! Dica ai responsabili che vengano a vedere quello che stanno facendo le loro bombe che cadono vicino alle case. Muoiono bambini, muoiono anziani. Adesso a Marsa el Brega ieri sono morti sessanta imam, uomini di religione. Non sono storie, basta venire a vedere e constatatre. La televisione sta documentando costantemente quello che accade, le morti di innocenti. La notte, poi, è una cosa impossibile: tutta la notte sembra che ci sia un terremoto. Io non capisco che cosa vogliono colpire ancora, perché colpiscono siti civili. Dicono che sono siti militari ma non è vero. Forse non conoscono la Libia. Forse hanno una topografia sbagliata, informazioni sbagliate. Chiedo quindi di venire a vedere cosa sta facendo l'Europa, solo questo.
[...]
A. T. - Quindi le notizie che compaiono periodicamente su alcune testate occidentali, circa defezioni, ammutinamenti e rivolte nella capitale libica non corrispondono al vero?
M. - No, no, sono tutte bugie, per reggere il gioco della Nato e coprire quello che sta facendo con le sue bombe. L'Alleanza ha persino rifiutato una tregua per dare respiro alla popolazione, nonostante le richieste dell'Onu e del Santo Padre. Di notte e di giorno si bombarda, non si può più nemmeno dormire. Continuare a bombardare è una cosa immorale.
Io direi che anche iniziare a bombardare è immorale, sostenere un dittatore per 42 anni è immorale, dire che ha commesso negli ultimi mesi crimini contro l'umanità senza considerare quelli dei precedenti anni è totalmente ipocrita. Eh ma qualche civile per forza muore...
Io come Fini credo che tutti dovremmo essere percorsi da brividi quando veniamo a sapere di queste schifezze. A me vengono i brividi anche a leggere queste parole:
"Pochi avvenimenti in queste ultime settimane mi hanno dato maggiore felicità della notizia della morte del cosiddetto ‘attivista per la pace’ italiano Vittorio Arrigoni [... ]
Arrigoni è arrivato a Gaza per partecipare alla violazione di un blocco navale israeliano. Come supporter di Hamas, era un consumato antisemita. La morte di un Jew-hater deve sempre essere un motivo per festeggiare[...]
era un antisemita come Adolf Hitler. Meritava di morire. Io ho gioito per la morte di un antisemita, senza provare alcun rimorso." 
Parole di Geoffrey Alderman in un editoriale su un settimanale ebreo di Londra, quindi parole che arrivano a molte persone. Bene, a mio modesto parere queste parole non sono meno stupide delle urla di gioia degli estremisti islamici quando crollarono le torri gemelle. Arrigoni non merita questo trattamento che arriva dall'occidente unto e bisunto. Lo so, sono di parte. Arrigoni (purtroppo) con la sua morte mi ha cambiato, è stato un avvenimento che ha cambiato la mia vita e dato una sterzata ai miei progetti per il futuro. Non ci riesco a commentare le parole di Alderman. So solo che Arrigoni dopo essere stato ucciso è stato definito in tutti i modi: nullafacente... comunista...strapagato...terrorista...antisemita.
L'hanno detto persone che non lo conoscevano, che non sapevano nulla di lui. Io non so cosa dire

http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :