Quelli che se la prendono con Fazio...

Da Brunougolini
Trovo davvero irritante l'alzata di scudi da parte di molti nei confronti di Fabio Fazio accusato di aver fatto parlare Marchionne nella nota trasmissione televisiva ("Che tempo che fa"), senza replicare ad ogni piè sospinto, con interrogativi altamente polemici.  Trovo ancor più irritanti le critiche se provengono da mezzi-busti televisivi, magari a inizio carriera, semplicemente invidiosi di un intrattenitore televisivo progressista, poco politicizzato ma intelligente e colto, non dedito alle cattive maniere.  E che gode di largo successo.

Se  avesse seguito un modello  caro ad altre pur pregevoli trasmissioni, non avremmo avuto un risultato politico eccezionale: i tre quarti degli italiani hanno isolato lui, Marchionne, e non la solita Fiom Cgil.  Il caso Fiat è apparso improvvisamente su tutte le prime pagine dei giornali, prima di essere dimenticato, certo.


L'amministratore delegato della Fiat ha dimostrato platealmente di non essere in grado di offrire alcun serio piano produttivo di rilancio, di non voler mettere in atto alcun "scambio" tra sacrifici operai e un futuro serio per il lavoro.  Ha preso a  calci la dignità di chi lavora e anche dei tanti governi che nel corso del tempo hanno assegnato notevoli benefici economici alla casa automobilistica. E' ricorso a plateali bugie sui mancati profitti con  le fabbriche italiane (considerando forse ad esempio la Ferrari, o la Iveco, o la Sevel come fabbriche straniere), sull'organizzazione del lavoro (le pause a Mirafiori eguali a quelle da adottare a Pomigliano). Marchione ha compiuto un auto goal, come ha spiegato Marco Benedetto già capoufficio stampa Fiat. Che doveva fare Fazio: impedirgli l'auto goal, rintuzzare ogni affermazione? E a che cosa sarebbe servito?  A far mutare opinione all'uomo dal maglione blu?  


C'è l'idea, in coloro che osteggiano il comportamento di Fazio, che le interviste debbano servire solo a processare gli interlocutori. Considerano l'intervista come una specie di  partita di calcio con qualcuno che deve segnare, qualcuno deve vincere. Io invece sono convinto che le interviste debbano servire soprattutto a capire e a far capire a tutti quel che gli interlocutori veramente pensano.  Non amo i tifosi che vorrebbero vedere azzannare l'intervistato e così esultare, con una specie di goduria da momentanei vittoriosi . Come succede spesso in Tv, con un soverchiante sovrapporsi di voci e una totale incomprensione finale.  E dove nessuno, naturalmente, vince. 

Io preferisco l'intervistatore  maieutico, in grado di "estrarre" le più diverse opinioni dalla persona che gli sta davanti.  E a Fazio magari suggeriremmo solo, nel caso di un nuovo faccia a faccia con Marchionne, di chiedergli garbatamente: "Se nel suo staff qualcuno si ammala, verrà adottata la nuova regola di Pomigliano, verrà punito anche lei? Ovvero ammalato uno, ammalati tutti?"

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