Photo © Holly Hayes.
Chissà quante volte siete passati davanti al civico 40 di Oudezijds Voorburgwal senza prestare la minima attenzione all’ingresso che si vede in foto. Nè aiuta molto la bandierina MUSEUM che sventola avanti alla porta. Facilmente etichettabile come una fra le tante, troppe “attrazioni turistiche” (le virgolette sono d’obbligo) del centro di Amsterdam. Là, in quel portone, una chiesa clandestina costruita alla fine del Seicento continua a svolgere egregiamente il suo compito di mimetizzarsi fra le case del centro. Che ci fa una chiesa clandestina Ad Amsterdam? Dove tutti sono sempre stati liberi di esprimere le proprie opinioni.
Ons’ Lieve Heer op Solder (Nostro Signore in soffitta) è stata edificata in due anni a partire dal 1661, quando il ricco e fervente cattolico Jan Hartman acquistò la casa sul canale a poca distanza dalla Oude Kerk e le due abitazioni confinanti verso l’interno. Il suo intento era quello di abbattere i muri divisori e fare dell’ultimo piano un’unico grande spazio aperto dove allestire una chiesa. Pubblica, ma proibita. Perchè a partire dal 1578 la religione ufficiale ad Amsterdam era quella protestante ed erano state chiuse tutte le chiese ove si professavano altri culti.
Tuttavia ai tempi di Hartman, 83 anni dopo, l’applicazione del “mandato religioso” non era più molto meticolosa ed in città tutti sapevano dov’erano i luoghi dove si svolgevano le messe clandestine, come nel più classico dei segreti di Pulcinella. Le autorità erano le prime a sapere, ma avevano implicitamente modificato il decreto nel divieto di professare altre fedi in pubblico. Come dire “Si, sappiamo che fate quella cosa che sarebbe meglio non fare, ma se rimanete nascosti, pagate le tasse e non fate casino… potete farla”. Che a me ricorda tanto la politica olandese sulle droghe leggere. Se ci pensate il concetto è lo stesso.
Nel 1661 l’Olanda era nel pieno del Secolo d’Oro e Amsterdam la città più ricca del mondo. Com’era stata creata tutta quella ricchezza in meno di 400 anni? “Con lo schiavismo” risponde la mia parte intollerante. Vero. Ma anche attirando in città liberi pensatori e persone facoltose molto spesso in fuga da scomuniche religiose. Furono soprattutto mercanti ebrei a stabilirsi ad Amsterdam e prosperare in riva all’Amstel. Così tanti che nel 1940 quando la città fu invasa dai tedeschi i rastrellamenti durarono anni e portarono Anna Frank a scrivere il suo diario dal nascondiglio. In una casa di Prinsengracht, non troppo lontano dalla chiesa di Nostro Signore in soffitta.
Fili della storia che s’intrecciano in questa città giovane che tante cose ha visto e tante vedrà. Tornando a noi, la chiesa di Nostro Signore in soffitta val bene una visita e soprattutto stupisce chi ad Amsterdam ci vive e chi c’è venuto già tante volte. Perchè entrarci è davvero sorprendente: gli uomini di Hartman e gli artisti che nel tempo hanno abbellito l’ultimo piano del palazzo hanno fatto un gran lavoro. La chiesa è bella ed è anche piuttosto grande. L’audioguida informa che circa 150 persone attendevano messa ogni domenica al terzo piano di casa Hartman. Perchè i primi due piani erano attivamente abitati dal commerciante e la sua famiglia.
L’ingresso costa 8 euro. Forse un po’ troppo se non siete molto curiosi, fondamentalisti religiosi o commercianti facoltosi. Tuttavia è gratis con la Museumcard, che costa 50 euro e dà diritto ad entrare nei musei per un anno. Imprescindibile se vivete ad Amsterdam. Non se siete appena arrivati e state cercando lavoro. Ma se la fate lo stesso avrete fatto un ottimo investimento di lungo periodo, nel peggiore dei casi le Museumcard usate vanno a ruba.
Vi lascio con la foto che ho scattato alla chiesa di Nostro Signore in Soffitta. Grazie a Valentina Vinci per la segnalazione.