Quello che il renzismo non dice (13) – la Sindrome di Fronk, il dotto Cazzullo che non rimproverò Saviano, la recessione e le lotte degli operai “invisibili” della AST di Terni: ARIDATECI SANDRO RUOTOLO!

Creato il 07 agosto 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. C’é questa commedia brillante americana del 1991 che è un remake dell’omonimo film del 1950 diretto da Vincente Minnelli, ed è titolata “Il padre della sposa”. È una produzione ottimamente interpretata da Steve Martin, nella quale, tra le tante “macchiette”, si nota il personaggio dell’wedding planner Franck Eggelhoffer, noto Fronk, reso indimenticabile dall’attore Martin Short. Fronk è un character tutto da bere, à la page, simpaticissimo, parla chicchoso come nessuno, non sta mai fermo, sa e fa tutto lui, non conosce ostacoli e i problemi li risolve ancora prima che il cliente li abbia palesati, basta che a mettere le mani al portafoglio sia sempre il prossimo suo.

Non nego che il Matteo Renzi di questi giorni mi ricorda moltissimo Fronk. Dal viaggio in motoscafo trendy fino a Genova per salutare l’arrivo della Concordia ammaccata, alle calorose e ripetute strette di mano salva-patti con Berlusconi, all’andare e venire per ribadire che le riforme costituzionali si faranno, pare quasi che non gli resti il tempo di respirare. Contestualmente, tutto quell’andare e venire colpisce ridondante, finanche fastidioso, nel contesto e nel background socio-politico di riferimento che, purtroppo per lui e purtroppo per noi, è quello della recessione, dei tagli ai posti di lavoro – vedasi, per esempio, l’annuncio di metà luglio da parte del gruppo ThyssenKrupp, il cui nuovo piano industriale prevederebbe una riduzione del personale di “550 persone in due anni” con la conseguente chiusura dello stabilimento di Terni (Acciai Speciali Terni – AST) – e, dulcis in fundo, della progressiva scomparsa della nostra industria di sostanza perché tale e a buon diritto può essere considerata l’industria siderurgica.

Non sorprende perciò che gli ultimi giorni e le ultime ore siano state incandescenti nella cittadina umbra: qualche operaio si è dato allo sciopero della fame e ha già dichiarato che si rifiuta di incontrare Renzi; si protesta col picchettaggio, il volantinaggio e con ogni forma possibile di dissenso civile. Grande visibilità alle loro vicende viene data da numerosi giornali online e io mi sento di unire al loro “impegno” anche l’empatia di questo piccolo angolo virtuale di mondo. Per contrasto non si può non notare come nei quotidiani “renziani” (il 99% delle nostre testate, ormai), gli operai di Terni siano diventati entità quasi “invisibili”, laddove si preferisce dare grande visibilità ai baci greci delle nostre primedonne televisive accompagnate dagli ex-porterioni delle nostre ex-gloriose nazionali di calcio, o all’ultima uscita cool di Kate Middleton.

Come non bastasse, spiccava ieri, tra le pagine del Corriere.it, la lavata di capo “Come disperdere un patrimonio”, fatta dal pur bravo Aldo Cazzullo al M5S. Cazzullo, anche lui afflitto dalla Sindrome di Fronk – o almeno così sembrerebbe – non si è fatto mancare nulla: dalla condivisibile “accusa” al Movimento di stare a disperdere il malloppo di voti raccolti con le troppe “sceneggiate” inconcludenti, è arrivato fino alla meno condivisibile pugnalata sulla schiena tesa a ricordare a Grillo e ai suoi adepti anche i loro peccati ortografici in sede istituzionale. Mi domando, ma da che pulpito viene la predica? Se è vero che i “refusi” scritturali sono una maledizione della nostra comunicazione moderna, è pure vero che i “refusi” che si notano in date redazioni professionali online, e la redazione del giornale di Cazzullo è una di quelle, sono meno accettabili di altri, sia per il numero di persone che compongono quelle redazioni sia perchè sono appunto composte da professionisti pagati per prendersi il tempo a controllare anche il livello scritturale epidermico. Non entro neppure in merito al fatto che il blog di Beppe Grillo, nella sua qualità di giornale online, è senz’altro più credibile della maggior parte dei nostri quotidiani che conticchiano, ma mi piace ricordare che nella trappola del “qual è o qual’é” ci sono caduti un po’ tutti e così di frequente che forse è pure giunto il tempo di adeguare la regola ortografico-grammaticale all’usage (in passato i monaci non ci avrebbero pensato due volte a farlo!).

Questo per dire che io non ricordo prediche cazzulliche nei confronti di Saviano quando lo scrittore twittò il suo “qual é” in maniera incorretta, ma, soprattutto, per sottolinerare che, au contraire, non ho potuto fare a meno di notare l’appannata critica al renzismo imperante all’interno dello stesso pezzo teso a demolire il grillismo: che Cazzullo lo giustifichi in qualche modo? O forse ritiene che il non-fatto dell’opposizione sia da cazziarsi più del non-risolto governativo, specialmente nel dato contesto drammatico? Il dubbio mi assilla.

Così, mentre il Renzi-Fronk lotta per il popolo e con il popolo per l’epica riforma del Senato e l’Aldo Cazzullo-Fronk lotta fieramente e indefessamente per la riforma dell’Accademia della Crusca, gli operai “invisibili” di Terni continuano a lottare in perfetta solitudine per guadagnarsi il loro pezzo di pane: ARIDATECI SANDRO RUOTOLO, SUBITO!

Featured image, Odd Nerdrum (1944) pittore figurativo norvegese

Un link Youtube al Fronk originale, senz’altro molto più divertente dei surrogati mediatico-governativi. Serie “Bisogna ridere per non piangere”.


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