di Rina Brundu. Al bar della Camera dei Comuni, la deputata Bessie Braddock apostrofò Winston Churchill: “Winston, sei ubriaco”; lui si alzò e rispose: “Signora, lei è brutta. Ma domani io sarò sobrio”. Paragonata a questo scambio epocale, ben misera appare l’attuale querelle tra Rosy Bindi, rea di avere dichiarato: “Matteo Renzi ha scelto alcune ministre perchè giovani e belle”, e il Ministro Boschi che, piccata e pacata, nonché ospite del programma “Otto e mezzo” (La7) di Lilli Gruber, si è limitata a far notare come l’osservazione della collega di partito sarebbe “triste”.
Triste non lo so, ma una volta tanto sono d’accordo con la Bindi e ha fatto benissimo Renzi a passare anche alla rottamazione “epidermica”. Il va sans dire: la risposta italiana a Pedro il Bello non può tardare troppo. Non importa neanche il parere della Bindi, dato che, fotografie alla mano, una simile replica tesa a salvare il nostro onore estetico nazionale non può essere delegata né a lei, né allo stesso Renzi e neppure a Bersani. L’ex segretario del PD si è comunque fatto sentire su temi ben più “concreti”. Dopo la soporifera presentazione dell’autunno-inverno renziano 2014-2015 in quel di Porta a Porta, occasione mediatica chic durante la quale il Premier ha chiarito che non ha mai dedicato un “nanosecondo” a considerare una sua possibile rinuncia alla segreteria del partito, Bersani avrebbe infatti dichiarato che lui un “passo indietro” l’avrebbe fatto senz’altro; come a dire che le vecchie abitudini sono dure a morire e in fondo il renzismo a qualcosa serve se aiuta a non cadere nel baratro verso cui sembrerebbe ancora irresistibilmente attratto il bersanismo.
Che poi, alla luce del nuovo scandalo delle “cene pazze” che sta investendo il pd emiliano-romagnolo in questi giorni, parrebbe che di vecchie abitudini dure a morire ce ne siano anche altre nel partito; fermo restando che, oggi come oggi, trovare un qualsiasi parlamentare italiano privo del suo tesser… avviso di garanzia di riconoscimento sarebbe compito improbo per chiunque: qualora esistesse si tratterebbe probabilmente di un grillino o di elemento di secondo piano, che a volte le due descrizioni raccontano lo stesso ritratto. Piaccia o non piaccia bisogna riconoscere che a destra (leggasi Forza Italia, ma tengo a precisare che i due termini non sono sinonimi), tira tutt’altra aria; l’impressione è che il Sivio Berlusconi scavalierato abbia chiuso il borsellino e, come accadeva nell’antiche storie del Zio Paperone più ispirato, guai alle mosche che hanno avuto la sfortuna di restarvi imprigionate dopo l’ultima chiusura! Consequentia rerum è che i parlamentari forzisti “morosi” avrebbero ricevuto avviso di sfratt… pardon, garbata sollecitazione a versare la loro quota nelle casse del partito, pena la non-candidatura alle prossime elezioni; che paghino subito o in alternativa che mi venga data delega per iniziare una colletta salva-parlamentare-forzista! non oso neppure immaginare il nuovo dramma kafkiano nel quale verserebbe il Paese qualora questi nostri rappresentanti non dovessero ricandidarsi….
Fortuna che a riportare tutti coi piedi per terra ci ha pensato il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il quale ha assicurato che difenderà gli emolumenti dovuti al cinema, alla cultura in generale, ma che farà pure la sua parte quando si tratterà di tagliare il tagliabile. Ottimo!: mi aspetto dunque di non vedere più sugli schermi del servizio pubblico nazionale, le solite “ficssion” rese “memorabili” da sceneggiature che a casa di Aaron Sorkin non sarebbero degne della lista della spesa, agiografiche, e tutte tese a celebrare qualche improbabile santo, poeta o navigatore nostrano, a sua volta interpretato dai soliti attori noti ai meno; mi aspetto di non dover più accendere il televisore e imbattermi per sfortuna o per disgrazia nell’usato “contenitore” domenicale inneggiante ai neuroni rincoglioniti di mezzo mondo; mi aspetto di non vedere più sul TG1 interviste a questo o a quel patrono di questa o di quell’italica casa-museo che in vista dell’Expo si affanna a recriminar milioni da spendere in fantomatiche ristrutturazioni che avrebbero dovuto farsi “milioni” di anni fa, etc, etc, etc…
Camusso permettendo, autunno caldo ma non troppo, dunque, mentre sull’impero del Matteo Renzi in camicia, così come avveniva con il collega Carlo V d’Asburgo (il quale però ha sempre mantenuto una sua dignità e l’ice-bucket l’ha lasciato ai cortigiani di terzo livello), sembrerebbe che non tramonti mai il sole. Buona camicia a tutti!, ma se va bene a loro perché su Facebook il PD di Gairo è diventato Partito Defunto? Ah, saperlo! Nell’attesa.. R.I.P.
Featured image, screenshot da Facebook.