Quello che il renzismo non dice (34): “Nessuna famiglia senza casa, nessuna famiglia senza lavoro”. Dei discorsi “comunisti” di Francesco, un leader gigante a sinistra.

Creato il 02 novembre 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Di tanto in tanto, sui giornali istituzionali si legge un inciso che racconta una qualche verità. Per esempio, sul Corriere.it di oggi c’é un resoconto abbastanza dettagliato dei likes and dislikes del signor Rossi di questi tempi in fatto di politica. Detto fuori dal linguaggio social, è stato pubblicato un sondaggio che documenta il grado di fiducia del cittadino nei riguardi dei diversi leader politici.

La popolarità bulgara di Matteo Renzi sarebbe in calo (54%), mentre il premier si scopre tallonato dalla stella nascente del rampante segretario leghista Matteo Salvini. Non proprio delle novità. In verità, ciò che mi ha colpito del pezzo in questione è questo inciso: “Renzi ottiene una fiducia più elevata rispetto alla media tra i ceti più popolari, le persone meno giovani e meno istruite, i pensionati, i residenti nei piccoli Comuni e i cattolici praticanti”. So much per le sue innumerevoli incursioni scolastiche, ma certo tra il presentarsi, ospite atteso e acclamato, nella classe di una prima elementare di provincia e il dibattere in Aula Magna alla Bocconi c’é una qualche differenza e questo i suoi consulenti di immagine dovrebbero tenerlo almeno in conto.

Di fatto, se si legge con attenzione la frase citata si scopre che quella particolare fetta di elettorato che gradisce Matteo Renzi è fondamentalmente la stessa fetta di elettorato che un tempo gradiva Berlusconi, that is to say un elettorato di destra, della destra più tradizionale, finanche stereotipata. Su questo non ci sono dubbi. Il problema semmai è capire se un giorno Renzi perderà i loro favori perché ha abbandonato la deriva verso quel modo di intendere il mondo e la sua organizzazione civile, o li consoliderà perché avrà preso in mano le redini di Forza Italia come sarebbe giusto che facesse.

La sinistra è cosa altra e a mio avviso oggidì ha un leader straordinario, cheguevariano nella sua essenza ideale: questo leader è Papa Francesco. Giustamente, anche solo pochi giorni fa, Francesco si affaticava a ribadire di non essere comunista. Io gli credo. Francesco non è comunista perché non ha bisogno di esserlo; semplicemente si limita a predicare un vangelo idealmente cristiano, originario, riconducibile sotto qualunque prospettiva (eccetto, forse, la prospettiva storica, di cui non si saprà mai e a questo punto non è neppure troppo importante), alla figura di un Cristo che è stato senz’altro il più grande comunista di sempre.

Quando Francesco predica “Nessuna famiglia senza casa, nessuna famiglia senza lavoro”, non sta predicando come Mao Zedong ma sta predicando come un vero cristo francescano. Tuttavia (suo malgrado?), in un tempo in cui quella poltrona è oggettivamente vuota, sta parlando anche come un leader gigante a sinistra, uno di quelli che hanno il raro privilegio di potersene infischiare di tutti i sondaggi del mondo e di raccontare le cose come stanno. Una fortuna per lui un dono per noi.

Featured image, Papa Francesco in mensa in Vaticano.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :