Quello che il renzismo non dice (65) – Sulla politica dei “tre forni” e sul momento del redde-rationem.

Creato il 30 gennaio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Di politica dei “tre forni” ne ha parlato ieri sera Sallusti, commentando sulle diverse “alleanze” strette dal PresdelCons per raggiungere i diversi obiettivi: al governo con Ncd, alle riforme con Forza Italia, col PD per l’elezione del presidente della Repubblica.

Diceva Faletti che “Il limite dei furbi è che non riescono ad esimersi dall’esibire i frutti della loro furbizia, prima o poi”. Matteo Renzi è andato oltre: non solo ha esibito i frutti (mitica l’esternazione di ieri di colui che sarebbe il capo dei 101 franchi tiratori che affossarono Prodi: “Chi ha voglia di bruciare fà i falò non fa il Grande Elettore!”), ma oggi già si leggeva il suo severo monito all’ex-cavaliere ed ex-alleato di riforme: prima o poi la rabbia sbollirà!

Si può speculare sulle ragioni che portano Silvio Berlusconi a non volere Sergio Mattarella e si può persino scegliere di sottolineare quelle peggiori (vale a dire interessi di natura personale più che politica, etc), vero è però che il discorso del capo dei forzisti è comunque condivisibile. Di fatto, alla domanda perché non votare Mattarella? (domanda che da ieri hanno idealmente fatto sia ai forzisti che ai grillini diversi membri dell’establishment renziano), si potrebbero opporre diverse altre interrogazioni. Perché scegliere un elemento che è emblema della continuità politica con la Prima Repubblica, quella stessa che è causa prima del nefasto status-quo economico? Perché non si riesce ad avere un primo cittadino che rappresenti in maniera sostanziale e “visibile” le legittime rivendicazioni dell’altra metà del paese? Com’é possibile che un uomo solo, in questo caso Matteo Renzi (il quale, tra l’altro, non è mai stato eletto dal popolo alla carica che attualmente ricopre), possa scegliere il capo dello Stato di una moderna democrazia occidentale di 60 milioni di abitanti?

Indipendentemente da come andrà a finire, indipendentemente dal fatto che i forzisti restino o si assentino dall’aula durante la quarta votazione di domani, questa particolare elezione presidenziale passerà alla storia come quella più malamente gestita, la più antidemocratica e più sprezzante dei sani principi e valori fondanti la nostra Repubblica. Nel tetro panorama lugubre un unico lampo di luce: per il renzismo più rampante è infine iniziato il tempo del redde-rationem, no doubts about that!

Featured image, Loki dio della furbizia e dell’inganno.

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