di Rina Brundu. Finalmente si legge che secondo i forzisti il Patto del Nazareno si sarebbe rotto, un poco come dire che – rispettosamente parlando – dentro le segrete stanze sono stati ritrovati “los cojones” di Silvio… dati per dispersi negli ultimi mesi. A dire il vero molto più del supponente comportamento renzistico in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, all’illuminazione forzistica sulla via del Nazareno potrebbe avere contribuito l’ultima performance televisiva del nostro PresDelCons ieri sera nel vespiano Porta a Porta.
Di fatto si fa ancora grande fatica a credere che una simile trasmissione sia potuta andare in onda, o meglio che lo staff di spin-doctors renziani abbia dato l’okay a procedere. Mai, neppure durante i tempi edonistici e ruggenti reaganiani, si era assistito a tanta dimostrazione di saccenteria politica, condiscendenza, autoreferenzialità (vedi il mitico “Gli italiani vogliono persone che affrontano i problemi e li risolvono”), innamoramento-di-se (vedi le risposte “cool” a Sallusti che gli chiedeva cosa si provava a poggiare il deretano sulla Flaminia presidenziale), impertinenza al limite della petulanza (vedi l’invito a leccarsi le ferite) e naiveté amministrativa, ovvero ignoranza di quelle che sono le regole base che fanno esistere un leader e lo preservano a lungo in quella funzione. E mai si era assistito a cotanta spavalderia nella considerazione dell’altra metà del cielo di un Paese, quasi come se fosse data per scontata la sua acquiescenza.
Visto lo status-quo, che si sia o non si sia dei simpatizzanti, non ci si può che rallegrare che Forza Italia abbia deciso di averne le scatole piene. Ma quanto è credibile questa riscossa forzistica? Francamente ritengo si tratti soltanto di altra fuffa mediatica, si sta cioè montando la panna per compensare la notizia che non c’é. La verità è che – mercé le naturali pecche del berlusconismo rispetto alla necessità di riuscire a creare leader validi e capaci di muoversi indipendentemente dalla volontà del capo – Forza Italia non ha successori credibili (Raffaele Fitto incluso, nonostante ci tenga a crearsi terra bruciata intorno), di Silvio Berlusconi ed è divorata da lotte intestine che la porteranno all’estinzione quanto prima. Paradossalmente, in questo momento storico – e nonostante non si tratti della miglior soluzione “democratica” – le migliori chances di sopravvivenza per il partito sono legate alla decisione di uno dei congiunti di Berlusconi – per esempio la figlia maggiore – di prenderne in mano le redini con la necessaria determinazione.
Una decisione quest’ultima che potrebbe non bastare comunque. Questo perché nonostante per riflesso condizionato noi si tenda a vedere nella “destra” storica l’opposizione alla sinistra, il vero partito di opposizione in Italia è l’M5S. Su questo non possono esserci dubbi: i grillini sono l’opposizione in virtù della loro forma-mentis, del modus operandi ma soprattutto della crescente rappresentatività che hanno nel Paese. Non ci possono essere dubbi neppure sul fatto che fra pochi anni, quando tanti giovanissimi, nativi digitali, andranno a votare per la prima volta, il movimento di Grillo avrà la maggioranza assoluta e avrà sulle spalle l’onere e l’onore di governare la nazione. Detto altrimenti a Grillo e ai suoi – non a Fitto, non a Berlusconi, ma neppure a Salvini – spetterà il compito di liberarci dal renzismo gattopardico e traghettare questo Paese nel futuro che gli altri, purtroppo per noi, stanno già vivendo.
Featured image, il Renzi-Narciso innamorato… della sua immagine.