di Rina Brundu. C’è qualcosa di macabro, spettrale e triste in quest’ultimo viaggio verso Genova della Concordia. A momenti la colossale nave che fu suo malgrado capitanata da Schettino pare il maiale di cui non si butta via niente. Dimenticata la colossale figura di merda rimediata due anni e mezzo fa, dimenticati i 32 morti che tanta incoscienza nautica ha procurato, dimenticato lo spavento dei sopravvissuti, sembrerebbe essere venuto il tempo della “festa” intorno alle monumentali spoglie da spartire.
Si può comprendere la “gioia” degli operai genovesi a cui lo smantellamento del relitto procurerà lavoro per due anni, meno, molto meno, si comprende la rincorsa di diversi cittadini della città della Lanterna ad affittare stanze con vista sul porto ai turisti curiosi. Non si comprende proprio – qualora le notizie che si leggono raccontino il vero – il perché della presenza del nostro Premier Matteo Renzi ad attendere il gigantesco cadaveri dei mari sulla banchina.
Qual è il messaggio che il governo vorrebbe lanciare? Che facciamo il danno e poi siamo in grado di ripararlo? Ma non sarebbe stato meglio evitarla una simile figuraccia internazionale dato che il “problema” è stato procurato da carenze procedurali sostanziali e non da un guasto ai motori? O, forse, Renzi vuole mettere il suo sigillo sulla favolosa “bolletta” che l’intera operazione di salvataggio farà arrivare, e garantirne il pagamento? Secondo il The New York Times di pochi giorni fa (un giornale che racconta sempre i fatti senza troppi incisi e andando direttamente al sodo): “The cost of the removal has risen from an initial budget of $ 300 million to more than $ 1 billion” (il costo dell’operazione di recupero è salito da un budget iniziale di 300 milioni di dollari a più di un miliardo di dollari). Ci si chiede: altro tragico errore valutativo iniziale o c’é dell’altro?
Certo, resta il dubbio che tra una ridda di articoli agiografici che “celebrano” l’evento tra le pagine dei nostri giornali che “conticchiano”, tra una pletora di servizi giornalistici in pieno stile Istituto Luce di gloriosa (si fa per dire) memoria, il primo impulso renziano e renzistico sia stato quello di “sfruttare” l’accadimento per scopi di propaganda pseudo-politica, dare insomma conferma che il governo c’é e sta lottando con noi. Tutto può essere. Di sicuro la notizia della presenza di Matteo Renzi a Genova quest’oggi – vera o falsa che sia – non fa bene al renzismo e non fa neppure bene ai nostri rappresentati politici “del fare” a qualunque orientamento appartengano.
I relitti delle navi – per quanto colossali – occorrerebbe lasciarli trasportare da chi è profumatamente pagato (a quanto si legge) per rimorchiarli e metterli al sicuro; anche perché, a voler essere provocatori, le carcasse, le spoglie di sicura competenza del governo in carica non sono poche: una si chiama Sistema-Paese.
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P.S. Ad articolo chiuso sembrerebbe che in seguito all’arrivo safe-and-sound della Concordia a Genova, sia da attribuire al nostro Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, una “stilettata” (riprendo il termine usato da un grande quotidiano), ai francesi che “dovrebbero fidarsi di più degli italiani”; immagino che l’ipse-dixit sia in risposta alle loro preoccupazioni ambientali. Ne deriva che dalle opzioni di cui sopra sul perché il “renzismo” sia in cotanta spasmodica attesa della Concordia al porto, manca l’opzione “farci ridere ancora una volta dietro”. Imperdonabile la dimenticanza da parte mia, l’esperienza avrebbe dovuto insegnarmi meglio!
Featured image, l’arrivo della Concordia nel porto di Genova.
La terza immagine sottostante è invece titolata “Giornalismo… pazzesco!”.
Serie “Non sembra vero ma ci credo”.