A man who has not been in Italy is always conscious of an inferiority
from his having not seen
what it is expected a man should see.
Dr Johnson
di Rina Brundu. “Un uomo che non è mai stato in Italia è sempre cosciente di una inferiorità perché non ha visto ciò che un uomo dovrebbe vedere”; così parlava Samuel Johnson (1709-1784), più noto agli studenti e agli studiosi di letteratura inglese come il mitico dottor Johnson, ovvero “il letterato più illustre nella storia inglese”. In quel frangente, Johnson si stava forse riferendo al cosiddetto Gran Tour, ovvero a quella sorta di anno sabatico (un Erasmus ante-litteram??) che nei secoli appena trascorsi si prendevano i rampolli delle importanti famiglie inglesi allo scopo di vedere il mondo prima di riprendere a… non lavorare. Di fatto, molti di questi giovani uomini andavano in Francia per bagordi, ma il vero target di quell’avventura era l’Italia e i suoi meravigliosi tesori artistici e archittetonici, proprio come ha genialmente fatto notare il dottor Johnson.
A ben guardare, questo suo aforisma universale, seppure riadattato al deleterio status-quo moderno, potrebbe funzionare anche per l’Italia di oggi: venite, venite qui che vedrete cose che di norma gli umani non riescono neppure a contemplare, il Secondo Sacco alla città di Roma docet! Meglio ancora: venite, venite, sfregiate i nostri monumenti, comportatevi come fecero a suo tempo i Lanzichenecchi vostri degni padri, pisciate sui nostri muri, inquinate le nostre fontane, profanate San Pietro… venite che tanto il massimo della “pena” è un viaggio in autobus fino allo stadio e un comodo ritorno a casa in prima classe Alitalia, che non sarà la compagnia di bandiera di prima ma fa sempre figo.
Passando da un tono faceto ad uno più serio, c’é da dire che si resta ossimoricamente senza parole nel ritrovarci ancora una volta costretti a prendere coscienza della maniera rilassata e infantile con cui viene amministrata la nostra capitale, una città che non è solo la prima città d’Italia ma che è idealmente la capitale del mondo, come sapevano bene gli aristocratici inglesi presenti e passati. Soprattutto, offende l’anima questo vizietto italico conclamato dello scaricabarile sulle gravissime responsabilità, con il Sindaco che se la prende contro la Questura e Tizio e Caio che se la prendono con il Ministro dell’Interno, mentre quest’ultimo, evidentemente indeciso su cosa fare, pensa bene di rispolverare il ritornello preferito negli ultimi tempi: rivolgiamoci all’Europa per un DASPO europeo.
Ma per la serie “oltre il danno la beffa”, non ci è stata risparmiata neppure la ciliegina sulla torta della richiesta – giustamente respinta – all’Olanda di assumersi le sue responsabilità (le sue??!!). Insomma, ancora una volta, laddove non siamo capaci di esercitare giustizia in casa nostra, nel nostro salotto buono, di difendere la nostra onorabilità, il nostro patrimonio culturale unico, preferiamo passare la hot-issue sul tavolo del vicino, sperando che la faccenda si risolva per miracolo, per illuminazione, sperando che un impietosito signor Rossi olandese “vergognandosi” di suo, non decida infine di pagare. Purtroppo però – mai come in questo caso – la vergogna, quella vera, abita solo dentro confine. Il punto? Tenendo anche in conto il recente scandalo Mafia Capitale e adesso questo ennesimo Sacco di Roma (repetita iuvant??), non resta che chiederci cosa dovrebbe succedere nel prossimo futuro per indurre il sindaco Marino a dimettersi: un raid dell’Isis? Una invasione aliena? Autocombustione di quella che evidentemente è una poltrona renzistica in pelle umana come nessuna? Ah, saperlo!
Featured image, Samuel Johnson, ritratto nel 1772 da Joshua Reynolds.