di Rina Brundu. Si legge che Berlusconi si sarebbe già tutelato e avrebbe sgomberato il campo da qualsiasi fraintendimento: nessun sostegno al Matteo Salvini illuminato sulla via di Roma e alla sua visione politica velleitaria ed estremista. Francamente, dopo avere testimoniato in diretta streaming, la “povertà” intellettuale e di sostanza del Salvini Day di ieri, l’incredibile “autogoal”, come ho già scritto, della Lega e della stessa Giorgia Meloni, la dichiarazione del leader di Forza Italia è il minimo sindacale che ci si aspetterebbe da un qualsiasi fronte destrista che voglia costruire un progetto politico futuro serio e credibile.
Detto questo, lo statement di Berlusconi non cambia le carte in tavola, cioè non riempie il deserto dirigenziale con cui si deve confrontare la sua parte politica e non cambia il fatto che il leader di Forza Italia è il primo responsabile del deleterio status-quo. La già citata Giorgia Meloni dal canto suo non ha esitato a ripetere: non moriremo tutti renziani! D’accordo, magari non moriremo renziani ma è indubbio che questa generazione ne soffrirà i sintomi per molto altro tempo ancora, soprattutto se la destra che ha aspirazioni governative non spalancherà le porte a idee e a facce nuove.
Paradossalmente, nell’Italia in crisi occupazionale e nell’italietta corrotta delle troppe poltrone politiche, non sono pochi i posti vacanti che sarebbe necessario riempire al meglio al più presto possibile per uscire dallo stallo. Il problema è che gli attuali inquilini hanno abbracciato da sempre una filosofia di tipo sansoniano ed è indubbio che preferirebbero andare a fondo con tutti i filistei, piuttosto che alzare il deretano per lasciare il posto al nuovo che avanza. Che poi si far dire perché in Italia il nuovo non avanza mai, al più sta lì seduto ad inbruttire per saltare sul carro del vincitore alla prima occasione propizia e/o a babbo-morto, pardon, a predecessore defunto!
A.A.A. cercasi leader di destra subito, possibilmente credibile! A ben guardare questa è il sunto, la vera eredità illuminante che ci ha consegnato il Salvini Day di ieri in quel di Roma. Per intanto resta il fatto che il renzismo già grasso e satollo di suo, continua a magnare e a prosperare, si barcamena con un colpo al cerchio (leggi Berlusconi) e uno alla botte (leggi Bersani e Cuperlo), nella perfetta certezza dell’impunità, nella perfetta certezza che nulla cambierà nei secoli dei secoli, o almeno fino al 2018. Perché preoccuparsi dunque? Già, perchè? È la democrazia, bellezza! Del resto lo scriveva bene Tommaso Campaella in tempi non sospetti: “Il dominio d’un buono si dice regno e monarchia. D’un malo si dice tirannia. Di più buoni si dice aristocrazia. Di più mali si dice oligarchia. Di tutti I buoni si dice politia. Di tutti i mali si dice democrazia”.
Featured image, Annibale Carracci, Sansone in carcere, 1588-1590, Roma, Galleria Borghese.