La bellezza dello psicopatico
Quentin Tarantino con i suoi primi tre capolavori, cioè Le iene, Pulp fiction e Jackie Brown, è riuscito nell'intento visionario di sublimare la figura del criminale psicopatico ammantandola di una gloria iconografica nuova di zecca. Alla stregua di quello che Andy Wharol faceva con i suoi miti pop, che si trattasse di una zuppa in lattina oppure di Marilyn Monroe, Tarantino ha rispolverato e dato nuova linfa ad un mito americano vecchio quanto il cinema stesso, cioè quello del fuorilegge, spogliandolo però della sua aurea romantica e ribelle, per riconsegnarlo nelle mani del popolo cinematografico in tutta la sua brutale e feroce bellezza psicopatica.
Ci sono vari motivi per cui il sottoscritto considera Quentin Tarantino un genio dei nostri tempi, ma molti di questi si possono tranquillamente trovare nei suoi primi tre film senza bisogno di scomodare i suoi lavori successivi (che comunque rimangono straordinari). Questi motivi hanno un nome e in alcuni casi anche un cognome: sto parlando - naturalmente - dei personaggi indimenticabili di cui Tarantino ha infarcito "Le iene", il suo capolavoro assoluto "Pulp Fiction" e il sottovalutatissimo "Jackie Brown" (scena SPOILER sotto).
Quello che voglio dire è che la grandezza di un autore si misura - a mio modesto parere - anche nella sua capacità di rendere epici i personaggi delle sue storie (non dimentichiamoci che Tarantino è anche l'autore, insieme all'amico Roger Avary, delle sceneggiature di tutti e tre i film) e grandiosamente epici sono i vari bastardi senza gloria che popolano le storie della trilogia del crimine di Tarantino.
Dalle "Iene" Mr.Blonde (uno psicopatico e magnifico Michael Madsen nel ruolo più significativo di tutta la sua carriera) e Mr.White (un Harvey Keitel da urlo), passando da Vincent Vega (John Travolta non è mai stato così carismatico) per arrivare infine ad Ordell Robbie (un terrificante Samuel L. Jackson), i personaggi creati da Tarantino vivono di vita propria, tanto da riuscire ad essere più reali della realtà stessa... se questo non si chiama genio...