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Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (Gadda)

Creato il 13 luglio 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
A mio parere, il pasticciaccio è il romanzo stesso. Lo so, non si inizia una recensione in questo modo, si dovrebbe andar per gradi, presentare il testo, accennare quantomeno alla trama... ma la lettura mi ha talmente indispettita da rendermi impossibile un intervento pacato e oggettivo. Ero consapevole delle particolarità del libro di Carlo Emilio Gadda e proprio per questo l'ho scelto, eppure non credevo che avrebbero pesato così tanto sul mio ritmo di lettura, sul gradimento e sul giudizio complessivo.
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (Gadda)Pubblicato nel 1957 ma ambientato nella capitale trent'anni più indietro, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana si configura come un giallo apparentemente semplice nelle sue prime fasi, ma via via sempre più complicato, come una matassa inestricabile. Vittime del crimine sono due signore della Roma bene, precisamente di una palazzina sita in via Merulana, la veneta signora Menegazzi e la signora Balducci, che il commissario Ingravallo, incaricato delle indagini, ammira per la sua tenerezza, bontà ed eleganza. Ai danni delle due malcapitate si consumano un furto e un omicidio e, come insegna anche la cronaca recente, a complicare e contaminare il reale andamento delle vicende, arrivano subito a raffica le testimonianze di tutti gli abitanti della palazzina e del quartiere che credono di aver visto, sentito, riconosciuto.
Fin qui tutto normale e, per quanto resa ostica dal pluristilismo estremo dell'autore, la narrazione mi ha sufficientemente coinvolta. Ma da circa la metà del romanzo si perdono i legami di causa-effetto e le relazioni fra i personaggi, non si capiscono i ragionamenti del commissario Ingravallo e dei suoi collaboratori, gli interrogatori appaiono lunghi e inconcludenti e, d'improvviso, il condominio merulano viene abbandonato per spostare l'azione lungo i quartieri sordidi in cui fioriscono bordelli clandestini e attività di ricettazione.
Non è un mistero che il disegno narrativo di Gadda, l'accumulo di particolari e la sovrapposizione di prospettive (al punto che solo convenzionalmente Ingravallo è il personaggio principale) rispondono alla lettura che egli dà della realtà, considerata luogo dell'inconsistenza, della difficoltà, dell'impossibilità di capirsi e di dare un'interpretazione univoca dei fatti. Allo stesso modo, si comprende la scelta del realismo linguistico che porta il lettore a confrontarsi con pagine e pagine filate di dialoghi o pensieri in romanesco, ma il registro popolare è mescolato a momenti così aulici e da invenzioni di parole pompose che si è più presi a cercare di interpretare i significanti che a cogliere i significati, sicché, dopo mezz'ora di scervellamento, non si capisce il senso di ciò che si è letto.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (Gadda)

Carlo Emilio Gadda (1893-1973)

Perché questa verve polemica? Forse incide la pressione dei vicini esami (si sa, a volte i libri capitano in momenti sbagliati), ma non ho ricordi di aver chiuso un libro rammaricandomi di averlo comprato preferendolo ad altri e chiedendomi cosa mai ci abbia visto la critica per considerarla opera degna dei manuali scolastici. La lettura di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana non mi ha lasciato nulla di ciò che ricerco in un libro, né un argomento su cui riflettere né il semplice piacere della narrazione. Mi è sembrato un romanzo fine a se stesso, fatto per imbrigliare il lettore in inutili giri di parole senza portarlo da nessuna parte. Ecco, probabilmente Gadda e i suoi estimatori avranno l'espressione della foto, ma non ci posso far nulla, non riesco a parlar bene di un testo solo perché fa parte degli annali della storia letteraria. Sit venia verbo.
C.M.

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