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“Questa non è una canzone d’amore” di Alessandro Robecchi

Da Vivianap @vpicchiarelli

indexUn fortunato autore televisivo ha abbandonato la trasmissione cui deve la fama e una discreta agiatezza. Si chiama Crazy Love e racconta la vita sentimentale della “né buona né brava gente della Nazione”. Sotterfugi, tradimenti, odio, passioni e rancori, al motto di “Anche questo fa fare l’amore”. Un enorme successo, ma lui non ne può più. Felice e orgoglioso della sua scelta, una sera gli si presenta in casa un tizio che cerca di ucciderlo. Si salva la vita, ma da qui in poi cominciano i guai. Una coppia di killer colti e professionali, due zingari in cerca di vendetta, una giovane segugia col cuore in frantumi, collezionisti e contrabbandieri di souvenir nazifascisti, qualche morto di troppo. Sullo sfondo accanto a una Milano multietnica e luccicante, la vita brulicante del campo rom, la sua cultura, la sua eticità. Questo di Robecchi è un giallo e una commedia, tra Scerbanenco e le canzoni di Enzo Jannacci. Raccontata da una voce caustica e cattiva, che tutto commenta e descrive con acuminata ironia, e che tiene in equilibrio il sarcasmo ribelle e sfacciato del suo investigatore chandleriano (appassionato di Bob Dylan) e il cinismo a suo modo morale del punto di vista criminale e della vendetta.

Milano. Fine estate 2013. Carlo Monterossi, autore televisivo, non ne può più della sua creatura, il programma “Crazy Love” della Grande Tivù Commerciale, programma trash che sguazza nel gossip della gente non famosa, a suon dello slogan: “anche questo fa fare l’amore”. Ufficializzato l’abbandono, rischia di venire ucciso in casa propria, riuscendo a salvarsi solo per caso. La polizia gli segnala similitudini con altri due morti, una ricca vedova 46enne e un imprenditore truffatore 45enne, due fori calibro 22 e due dita mozzate (nel deretano dell’uomo il medio della donna, l’altro forse era destinato a Carlo). Molto ruota intorno a un terreno poco fuori Rozzano, ove vive un’ampia comunità rom, ben organizzata. Qualcuno sta cercando di cacciarla per far spazio a una speculazione edilizia. Carlo si affida a una coppia anomala di investigatori improvvisati – due amici: la lesbica 28enne precaria digitale Nadia Federici e il caro reporter traffichino Oscar Falcone. Ci sono di mezzo almeno due coppie di killer e i gruppi neonazisti. Giochi di parole, dialoghi serrati, ironia a secchi: ecco gli ingredienti di questo noir atipico scritto in modo impeccabile da chi conosce bene i meccanisimi della scrittura televisiva che “acchiappa”. Tra cliché (su rom e killer), toni grotteschi e paradossali, Robecchi scrive un romanzo che scorre senza intoppi e che, nonostante il numero consistente di personaggi coinvolti, avvince e convince.


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