Retrò Magazine vi ripropone un’intervista al senatore Lucio Malan, che ha affrontato numerosi argomenti: la situazione di di Forza Italia e i rapporti con il Pd, la legge elettorale e la riforma costituzionale, il futuro del centro-destra in Italia.
Sen. Malan, la situazione di Forza Italia dopo l’elezione di Mattarella è estremamente complessa. Il “patto del Nazareno”, che aveva ispirato le riforme nell’ultimo anno e mezzo, è venuto meno. Lo conferma la mozione di Brunetta a febbraio, che di fatto ha sancito l’Aventino delle opposizioni. Il rapporto con Renzi si fa complicato.
Noi ora siamo in forte opposizione rispetto a Renzi e questo dovrebbe compattare Forza Italia, visto che la dissidenza dei fittiani nasceva dalla nostra collaborazione col Governo. La rottura con Renzi è stata determinata dal fatto che eravamo solo noi a rispettare il “patto” mentre loro non facevano che rilanciare: Minzolini l’ha definito “metodo da Scarface“. Ci opponiamo a queste riforme perché passo dopo passo sono diventate sbagliate. A marzo 2014 votammo volentieri la legge elettorale, poi sono stati fatti 21 cambiamenti ed ora è ben diversa dall versione iniziale. Per quanto riguarda le riforme istituzionali eravamo d’accordo su alcuni principio ma il progetto Boschi-Renzi sin dall’inizio era inaccettabile, ora lievemente migliorato ma sempre irricevibile, specie con una Camera eletta col premio maggioritario alla lista.
Cosa contestate esattamente della legge costituzionale, oltre alle maratone parlamentari?
La procedura è inaccettabile, non si può pensare di cambiare una Costituzione basandosi sulla quantità delle ore passate in Aula. Alla Camera – che dovrebbe diventare l’unico organo legislativo – è solo in prima lettura e si tenta di farle trangugiare tutto con orari assurdi. Nel merito contestiamo il fatto che questa riforma permetterebbe di governare solo alla sinistra. Infatti il Senato verrebbe eletto dalle Regioni, dominate dalla sinistra e attualmente sotto la lente della magistratura e dell’opinione pubblica. Sarebbe un bivacco di consiglieri regionali di seconda fascia. Con un senato dominato dal PD, se Forza Italia vincesse al voto nel 2016 saremmo bloccati – il Senato, benchè depotenziato, potrebbe comunque vanificare il nostro lavoro – e dovremmo anno dopo anno riconquistare le Regioni. Poi 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica sono troppi, visto che in passato furono stampella del Governo. E pensare che nella bozza erano addirittura 15!
Sen. Malan, anche se Renzi vincesse le prossime elezioni, potrebbe man mano perdere le Regioni e diventare un’ “anatra zoppa”, portando ad elezioni anticipate e privando il Paese della governabilità necessaria.
Questo potrebbe in effetti succedere sia alla destra che alla sinistra. Già con l’attuale Costituzione il presidente del Consiglio ha ampi poteri: ha il controllo del Parlamento attraverso la sua maggioranza e può agitare davanti ai parlamentari riottosi lo spettro delle elezioni anticipate. Può anche far eleggere da solo il Capo dello Stato e tutti i giudici della Corte Costituzionale: 5 dal “suo” Presidente della Repubblica, 5 dal “suo” Parlamento e 5 dal Csm. La democrazia è basata sul bilanciamento e non su un uomo solo al comando. Forzature come quella del voto sulla legge di stabilità sono inaccettabili e sarebbero peggiorate dal monocameralismo. Il Governo ne approfitta per infilare in queste leggi di tutto, come un regalo di 9 miliardi e mezzo ad un noto concessionario autostradale (quello dell’autostrada Orte-Mestre, ndr) contenuto nello Sblocca-Italia.
Nella delega fiscale però c’è anche un possibile aiuto a Berlusconi, laddove si esclude la punibilità dell’evasione sotto la soglia del 3%. Una misura prevista anche in altri Paesi europei.
Questa norma passerà perché serve agli amici di Renzi, mentre dall’8 marzo Berlusconi non se ne può più avvalere. La norma è giusta: chi evade deve pagare una multa ma il carcere mi sembra eccessivo. Rischiamo di far fuggire all’estero aziende ed investimenti.
Sen. Malan, tornando a Forza Italia, per tanti anni la sinistra ha perso in quanto il suo unico collante era l’ “antiberlusconismo”. C’è il rischio che anche voi siate tenuti insieme dall’ “antirenzismo” e perdiate quella caratteristica di essere “partito della Nazione”?
Non credo, sono le idee a tenerci insieme e accomunarci a Lega nord e Fratelli d’Italia. Siamo ad esempio tutti critici sulla gestione dell’euro prima di Draghi, che ancora oggi non è ottimale e va cambiata. Anche su politica estera, immigrazione, sicurezza siamo sullo stesso binario. Ncd la pensa come noi ma ha scelto di sostenere Renzi e si vede che faticano molto. Comunque prima di tutto va rilanciata l’economia ed riformata la burocrazia soffocante che fa scappare le imprese. Pochi controlli fatti bene sarebbero meglio di centinaia di lacci e lacciuoli che allontanano gli investitori.
Sul piano locale, si sta per eleggere il coordinatore regionale di Forza Italia e nel 2016 servirà un candidato sindaco per Torino. Dopo la vicenda firme di Chiamparino c’è anche una possibilità non così remota di tornare alle urne per la Regione.
Il coordinatore è nominato da Berlusconi, vedremo se sceglieranno gli iscritti e quali congressi organizzare. A Torino il clima è positivo e abbiamo cominciato a lavorare già un’anno prima per l’elezione, per evitare candidature affrettate dell’ultimo momento. Serve una candidato torinese e credibile, capace di sfidare la sinistra sui contenuti.
Salvini ad Arcore significa che l’alleanza con la Lega, anche a livello regionale, è certa?
I partiti di centrodestra hanno una grande responsabilità nei confronti dei loro elettori, che quasi sempre sono la maggioranza. Dobbiamo darci un assetto unitario, altrimenti condanniamo i nostri elettori alla sconfitta pur essendo maggioranza.
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