Per quanto imprescindibile che quel che è accaduto dovesse accadere in Egitto e in altri Paesi dell'Africa maghrebina (è notizia,ad esempio, di poche ore fa che anche in Mauritania i giovani sono scesi in piazza) e nel vicino oriente(Yemen), la complessa transizione del dopo Mubarak suscita non pochi interrogativi.
Gli USA vogliono una transizione "soft" ovviamente, proprio perché difensori d'Israele ma sopratutto dei propri interessi logistici ed economici, temono l'islamizzazione dell'Egitto e le complicazioni nell'area geografica, specie quelle che potrebbero emergere con l'Iran.
I Fratelli Musulmani non vogliono ingerenze straniere nella politica egiziana, compreso l'Iran, che pare si stia facendo avanti ,a livello diplomatico e non solo, offrendo quasi come un'ala protettiva ai vicini di casa in difficoltà.
Ma sopratutto essi reclamano quello che la maggioranza vuole, che poi è il rispetto di quanto chiede e ha chiesto, in questi giorni passati, la piazza.
La presa in carica della gestione politica nel PND da parte di Omar Soleiman, nel dopo Mubarak, è stata mal digerita ma comunque accettata per forza di cose.
Anche in considerazione delle reali difficoltà come, per esempio, quelle di attrezzarsi ad un cambiamento per modificare lo statuto del PND.
Ossia pensare alle modalità di separazione tra incarichi di Governo e quelli di partito.
E non sarebbe poco.
Semmai un deciso passo in avanti sulla strada di un sincero discorso democratico.
Poi però c'è il Comitato dei Saggi della Lega Araba, che vuole Soleiman quale presidente dell'Egitto ,nel dopo Mubarak.
Ovvero nessuna soluzione di continuità.
Mentre El Baradei con l'appoggio dei Fratelli Musulmani continua la sua dura opposizione affinché il "Rais" ,con il suo delfino Gamal ,scompaia definitivamente dalla scena politica e dall'Egitto.
Basta, infatti, con la rapina sfacciata e vergognosa nei confronti del popolo egiziano.E' appunto quanto, ufficialmente e nelle più disparate sedi ,sostiene El Baradei.
E non ha torto.
Per chi non lo sapesse, accanto ad un patrimonio di miliardi e miliardi di dollari, tra contanti depositati in banche all'estero e proprietà immobiliari, Mubarak e la sua famiglia sono anche proprietari di grande parte delle attività turistico-imprenditoriali di Sharm el Sheikh.
La nota Sharm el Sheikh, quella che sovente alimenta le nostre fantasie erotico-vacanziere.
Se stiamo pensando, in questo inverno piuttosto rigido, ad una breve o lunga vacanza al caldo(dipende dalle tasche!!!)....direi di evitare con cura Sharm el Sheikh oppure magari di sceglierla di proposito,sperando in un eventuale ed eccezionale buono-sconto per turisti "ignari", desiderosi però conoscere da vicino i famosi "squali" che nuotano nel suo mare.
Quelli veri però. Non le povere bestie marine.
S'impara sempre qualcosa.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)