Ora non dobbiamo più "solo" salvare il paese, ora dobbiamo cercare a tutti i costi di salvare "anche" la faccia. Non sto parlando di credibilità (di cui diamo la triste scomparsa), ma di senso critico, di senso civico, di senso logico. Siamo capaci di mostrare rabbia contro i vertici e i loro eccessi, ma se non si cambia la base, quale cambiamento può avvenire? Perché combattere la casta al vertice se poi non si combattono le piccole caste che riempiono il nostro quotidiano? In questo governo si è sempre parlato di meritocrazia, ma quello che si è visto è tutt'altro. Nella vita di tutti i giorni avviene lo stesso e non succede certo dall'altro ieri: è un "tumore" di ingiustizia di cui tutti sanno l'esistenza ma a cui nessuno si ribella. "Costretti" ad accaparrarci raccomandazioni per non essere tagliati fuori: medici, infermieri, avvocati, dipendenti pubblici, dipendenti statali, militari, e chi più ne ha più ne metta. Un vortice di devastazione che ci ha portato a questa situazione. Ci domandiamo perché i migliori "cervelli" fuggano dall'Italia, ma la risposta è sotto i nostri occhi da sempre. Come non accorgersene? Siamo pronti a indignarci ma rischiamo di affogare nelle nostre stesse ondate di indignazione.
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Ora non dobbiamo più "solo" salvare il paese, ora dobbiamo cercare a tutti i costi di salvare "anche" la faccia. Non sto parlando di credibilità (di cui diamo la triste scomparsa), ma di senso critico, di senso civico, di senso logico. Siamo capaci di mostrare rabbia contro i vertici e i loro eccessi, ma se non si cambia la base, quale cambiamento può avvenire? Perché combattere la casta al vertice se poi non si combattono le piccole caste che riempiono il nostro quotidiano? In questo governo si è sempre parlato di meritocrazia, ma quello che si è visto è tutt'altro. Nella vita di tutti i giorni avviene lo stesso e non succede certo dall'altro ieri: è un "tumore" di ingiustizia di cui tutti sanno l'esistenza ma a cui nessuno si ribella. "Costretti" ad accaparrarci raccomandazioni per non essere tagliati fuori: medici, infermieri, avvocati, dipendenti pubblici, dipendenti statali, militari, e chi più ne ha più ne metta. Un vortice di devastazione che ci ha portato a questa situazione. Ci domandiamo perché i migliori "cervelli" fuggano dall'Italia, ma la risposta è sotto i nostri occhi da sempre. Come non accorgersene? Siamo pronti a indignarci ma rischiamo di affogare nelle nostre stesse ondate di indignazione.
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