"Queste idee io non le ho mormorate in un angolo"

Creato il 21 agosto 2012 da Ilpescatorediperle
La trista vicenda delle Pussy Riot, condannate quattro giorni fa da un tribunale di Mosca a 2 anni di reclusione, dà molto da pensare. A me ha fatto venire in mente il carteggio con cui il grande scrittore russo Michail Bulgakov, progressivamente oggetto di censure, umiliazioni e del divieto di rappresentare i suoi lavori e di espatriare da parte del governo sovietico, si rivolse a più riprese ai potenti del suo paese (tra cui Stalin in persona, che gli telefonò) tra il 1927 e il 1938, per difendere con dignità - sia pur, complessivamente, invano - le proprie ragioni. Ne riporto, in successione, alcuni estratti.
Ogni volta che una mia opera ha visto la luce, la critica sovietica ha dimostrato nei miei confronti un'attenzione sempre crescente, e neppure una delle mie opere, né di prosa, né di teatro, ha ricevuto un solo giudizio favorevole, al contrario man mano che il mio nome acquistava notorietà nell'URSS e all'estero, gli attacchi della stampa diventavano sempre più violenti, assumendo infine un carattere di furiosa ingiuria. [...]Impossibilitato a difendermi, ho chiesto il permesso di lasciare il paese, sia pure per un breve periodo. Mi è stato rifiutato. [...] All'estero hanno cominciato a defraudarmi del mio onorario. Allora mia moglie Ljubov' Evgenievna Bulgakova ha chiesto per la seconda volta di recarsi all'estero, da sola, per mettere ordine nei miei affari, mentre io mi sono offerto di rimanere in qualità di ostaggio.Il permesso ci è stato negato.Ho chiesto più volte che mi fossero restituiti i manoscritti sequestrati dalla Direzione Statale Politica Unificata, ricevendo dei rifiuti, o non ricevendo affatto risposta. Ho chiesto il permesso di spedire all'estero la pièce "La corsa", per tutelarla dalle truffe fuori dai confini dell'URSS.Mi è stato rifiutato. [...]Tutto mi è proibito, sono rovinato, braccato, in completa solitudine.A che scopo trattenere uno scrittore in un paese dove le sue opere non possono esistere? Chiedo un atto di umanità - lasciarmi partire. [...]Non posso giudicare sino a che punto la mia commedia ["L'isola purpurea"] sia acuta, ma riconosco che davvero su di essa incombe l'ombra funesta del Comitato Generale per il Repertorio. Proprio questo Comitato educa gli iloti, i panegiristi, i "servitori" impauriti. Proprio il Comitato uccide il pensiero creativo, soffoca il teatro sovietico e lo annienterà definitivamente.Queste idee io non le ho mormorate in un angolo. Le ho portate sulla scena in forma di pamphlet teatrale. [...]La lotta contro la censura, qualunque essa sia e sotto qualunque potere, è un mio dovere di scrittore, così come gli appelli alla libertà di stampa. Sono un appassionato sostenitore di questa libertà e suppongo che, se un qualsiasi scrittore pensasse di dimostrare che a lui non è necessaria, sarebbe come un pesce che dichiarasse pubblicamente di poter fare a meno dell'acqua.

M. Bulgakov

da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :