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Queste opere d’arte moderne non valgono una cicca!

Creato il 17 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Non c’era nemmeno una parola, neanche il nome di un reato, una legge, un concetto giuridico per definire quel che aveva fatto il nazismo. Hitler e i suoi seguaci erano andati oltre ogni limite dell’immaginazione e della razionalità. Al processo di Norimberga s’inventò il reato di “crimine contro l’umanità”: l’ambito dell’umano ospitava la più orrenda contraddizione, sino a offendere tutta la propria storia. chewingum salvini uomo

E come poteva ricominciare l’arte? Da canoni eterni? Da teorie estranee al mondo reale?

Un soldato italiano, fascista fatto prigioniero, incollò alla tela pezzi di un sacco di juta, di quelli che contenevano zucchero. Un sacco di zucchero arrivato in nave dagli Stati Uniti all’Italia per sopravvivere ancora.

Piano Marshall, ricostruzione, vita che torna a rallegrarsi eppure non si può definire pace la guerra fredda: la guerra e la pace sono diventate inseparabili. La colonizzazione economica e culturale prosegue lo spirito aggressivo della guerra, non più per distruggere ma per comprare, vendere, trasformare in valore astratto, sostituire, gettare e recuperare.

E l’arte ribalta, sconvolge, deve riuscire a non farsi divorare, alienarsi per sopravvivere, parlare al sistema che l’imprigiona appartenendogli e stravolgendolo. Non stare al gioco dello sguardo borghese vago di dilettazioni nel libero tempo, mai. Allora opere d’arte con i rifiuti, persino con il chewing gum. Materie di scarto che nulla hanno da dire a chi le compra. La creatività con la stessa materia s’inventa tutt’altro. Riecco nel chewing gum di Maurizio Savini, come notato da una pagina a lui dedicata da Istituto Quasar, la gioia infantile del chewing gum, il colore roseo delicato, il mondo intero che sembrerebbe fatto di qualcosa che si gonfia, scoppia ma fa ridere.

Le scarpe qui sotto invece sono di Kobi Levi, un artista israeliano che ha avuto successo soprattutto da quando ha fatto conoscere le sue scomode ma originali scarpe tramite un blog. Questa pagina, ad esempio, parla di lui.

Quanto tempo è passato dal sacco di juta di Alberto Burri! Ne aveva da raccontare, quel sacco di zucchero! Ma quello spirito di rottura rimane?

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