Puntuali come il senso di colpa dopo un’abbuffata da Mc Donald’s o come la mononucleosi dopo una serata nel vostro locale preferito, eccoci qua, con una nuova puntata di Questione di Leaking. Prima di tutto vi dico solo che Sabato scorso vi siete persi “il più grande comeback dai tempi di Gesù Cristo!” (cit.), ossia quello delle Lollipop ai Magazzini Generali di Milano: canzoni remixate da Fargetta, otto microfoni sul palco per un playback da far vergognare Britney Spears, cinque ballerini uno più bono dell’altro e soprattutto Queen Roberta Ruiu che fa il suo ingresso in scena su Vogue di Madonna, praticamente mancava solo un unicorno con i colori dell’arcobaleno sul palco e poi sarebbe intervenuta la buoncostume a chiuder la baracca per eccesso di omosessualità.
Scusate l’introduzione out of topic ma se non ve l’avessi accennato la Mafia Gay mi avrebbe bruciato tutta la collezione di Converse colorate. Ma veniamo a noi e parliamo dell’album più atteso di questo mese, ossia Random Acess Memories dei Daft Punk. Intorno a questa release si è innalzato un hype incredibile: sia perché i Daft Punk non pubblicavano un nuovo album da 3 anni, sia perché la loro casa discografica in questi ultimi giorni ce li ha piazzati praticamente ovunque: dall’homepage di Repubblica ai TT di Twitter; insomma, state attenti perché questa settimana potremmo ritrovarceli a presentare il disco pure da Barbara D’Urso.
Farete meno i furbi quando i Daft Punk si toglieranno i caschi e si scoprirà che sono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
— B. (@bronchite) 14 maggio 2013
Ma che dire di questo Random Access Memories? Se dovessi descriverlo usando quattro parole direi: cioè – boh – non so. I tempi di Around The World e Harder Better Faster Stronger sono ben lontani: se una volta a dominare nei dischi dei Daft Punk era la dance nel senso più becero del termine, adesso i suoni si fanno più raffinati e dalla techno si è virati verso il funky e sonorità più soul come quelle tipiche della disco anni ’70. Non per niente uno dei brani più riusciti del disco è Giorgio by Moroder, un omaggio all’italianissimo produttore dei dischi di Donna Summer e tanti altri. Mi sono piaciute moltissimo le due tracce con Pharrell Williams: il primo singolo Get Lucky (ah, se solo avessi 1€ per ogni volta in cui la passano per radio!) e Lose Yourself To Dance; ma i due gioiellini del disco sono Within, ballad piano, percussioni e vocoder, e soprattutto la collaborazione col cantante degli Strokes Instant Crush, anche questa una mid-tempo tutta vocoder e sintetizzatori.
Per il resto questo disco mi ha lasciato la stessa sensazione di quando tornavo a casa da scuola affamato come un lupo, speranzoso di trovare una cotoletta con le patatine fritte, e mia mamma quel giorno aveva deciso di fare la minestra di verdure. Un album che è più adatto come colonna sonora per un brunch di amiche quarantenni piuttosto che per una serata a base di LSD sulla riviera romagnola con le amiche adolesceme.
VOTO:
Bene, ora finalmente posso archiviare i Daft Punk e dedicarmi alla musica seria tipo la compilation dell’Eurovision! Vi ricordo sempre che, per rimanere aggiornati con tutte le news musicali (e non) più interessanti del momento c’è a disposizione la pagina facebook di Questione di Leaking, per chi non volesse perdersi neanche una nuova hit c’è la nostra playlist Spotify e per chi sentisse un bisogno irrefrenabile di mandarmi a cagare c’è la mia casella e-mail [email protected]. Tanti miagolii e fusa a tutti, frrrrrrrr!
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