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Questione di punti di vista… (2° parte)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 31 gennaio 2014  Autore: Simone Lorenzi

punti di vistaTerminata la lezione di ikebana di cui ti ho parlato nella 1° parte di questo articolo, la giornata l’ho passata riflettendo su ciò che avevo visto e percepito. La sera durante la lezione di aikido ho avuto modo di condividere con i miei kohai le riflessioni maturate.

Durante la serata ho fatto praticare yokomenuchi variando la tecnica che tori doveva eseguire su questo attacco in particolare abbiamo avuto modo di studiare come si eseguono shiho-nage, kote-gaeshi e udekime-nage.

Una volta sviscerate le stesse singolarmente nei dettagli cercando di lavorare sulla precisione e sulla pulizia dei movimenti provando e riprovando focalizzandoci sui particolari, ho cambiato l’approccio alla pratica mostrando in una visione generale come le tre tecniche seppur diverse tra loro nascano in realtà dallo stesso identico movimento di partenza; è sufficiente infatti cambiare leggermente “posizione” per far nascere 3 tecniche differenti a partire da una base comune. Questo per adattarsi a cambiamenti nella posizione, nell’attitudine di uke o per far fronte a uno “sbaglio” di tori che porterebbe lo stesso a perdere la connessione col centro del compagno. Di conseguenza si perderebbe in armonia e fluidità di movimento.

Scrivo “sbaglio” poiché a fronte di una visione d’insieme e non limitata da preconcetti capiamo che non esiste “sbagliare”. Esattamente come la mia composizione di ikebana non era sbagliata rispetto a quella della mia maestra: era semplicemente diversa. Spesso infatti tendiamo a chiuderci in giudizi su noi stessi e sugli altri che ci limitano e ci bloccano. Quando affrontiamo una situazione sfavorevole, spesso ci fissiamo più sull’averlo che sul risolverlo, ci ostiniamo, ci chiudiamo mentalmente fissandoci solo su un parametro pensando che debba essere per forza quello che ci porterà alla soluzione e non riusciamo a osservare la situazione in generale, in tutti i suoi aspetti, che se valutati potrebbero portare ad risoluzione rapida.

Fissarsi su un unico aspetto della questione ci fa perdere insomma la capacità di valutazione d’insieme e ci blocca rendendo quel dato problema insormontabile. Anche quando valutiamo una cosa o una persona guardiamo una sola caratteristica e in base a quella valutiamo tralasciando tutto il resto. Così ad esempio sul tatami ci fissiamo sul voler fare shiho-nage a tutti i costi, anche se una variabile è intervenuta a modificare la situazione e shiho-nage non è più possibile e sarebbe opportuno eseguire udekime-nage. Ci fissiamo sul voler fare uscire a tutti i costi quella tecnica che ci siamo prefissati, fatichiamo le proverbiali sette camice, ci facciamo schiacciare dalle situazioni e quando non riusciamo… ci demoralizziamo magari iniziando a odiare ciò che facciamo!

Quando invece basterebbe semplicemente (a parole… nei fatti è un po’ più complicato) rendersi conto che siamo in difficoltà e in quel modo non ne usciamo, abbandonarlo e adattarsi a questo nostro limite, valutare l’insieme e cambiare di conseguenza il nostro atteggiamento senza preconcetti e senza sentirsi sconfitti o inferiori, per capovolgere la situazione a nostro vantaggio e trionfare

Ecco quindi il segreto: cambiare la prospettiva, il modo con cui osservo la vita. Lo ritengo un ottimo modo per non perdersi d’animo, per riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno, per vivere con positività la vita di tutti i giorni. Basta coi fallimenti, basta con il disprezzo, basta con la noia. Cambiare punto di vista, osservare il tutto e il niente, vivere con la mente sgombra da pensieri e pregiudizi. Quando qualcosa non piace o annoia (la routine, cose viste e riviste, esperienze già vissute) è perchè vediamo solo il dettaglio negativo. Proviamo invece a cambiare modo di osservare, cambiamo punto di vista… e di colpo in un ammasso di foglie rinsecchite dal tempo, vedremo apparire una meravigliosa composizione in grado di emozionarci in ogni attimo come fosse il primo.

Sta solo a noi decidere se preferiamo osservare un arido deserto o un bellissimo mare azzurro.

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Inizia a praticare KARATE “Shotokan” nel 2002. Consegue il grado di cintura marrone FIJLKAM nel Giugno 2008 a Ghedi (BS), mentre dal 2004 al 2007 è stato consigliere dell’ “Associazione Sportiva Dilettantistica Karate Leno". Nel 2006 ha frequentato e superato i corsi di autodifesa livello base, intermedio e avanzato, tenuti dagli istruttori dell’associazione lenese secondo le direttive del metodo MGA FIJLKAM. Nel Gennaio 2007 ha iniziato a praticare, parallelamente al Karate, il corso di BUSHIDO presso il dojo Leno, tenuto dall’istruttore nazionale Stefano Bresciani; in questa scuola ha conseguito nel Giugno 2008 il grado di studente avanzato.Il 18 Dicembre 2010, a coronamento dei brillanti progressi e risultati ottenuti nella ricerca della famosa "pace interiore", è stato insignito del grado shodan (cintura nera 1°dan) nella disciplina BUSHIDO-GOSHIN JUTSU. Oltre allo studio crescente dello IAIDO (arte della spada giapponese) pratica assiduamente lezioni private di AIKIDO nella formula one-to-one, nel quale attualmente ha il grado di 2° kyu. Socio fondatore nominato Vice-Presidente della "Bushidokai ShinGiTai A.S.D." e responsabile delle attività di marketing, la sua stretta collaborazione con Stefano Bresciani gli ha permesso di crescere notevolmente sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista motivazionale; un vero punto di forza dell'associazione anche nel ruolo di assistente nei corsi di arti marziali e istruttore nei seminari di antiaggressione femminile.
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