Nel settembre del 2000 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lanciò la Dichiarazione del Millennio, con questi Obbiettivi (goals):
1. dimezzare la percentuale di persone che vivono in condizioni di povertà estrema e di fame;
2. raggiungere l’istruzione primaria universale;
3. eliminare le disparità di genere;
4. ridurre la mortalità infantile;
5. migliorare la salute riproduttiva;
6. combattere la diffusione di AIDS, malaria e altre malattie endemiche;
7. assicurare la sostenibilità ambientale;
8. sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
Su questa base, furono individuati 18 “mete” (targets), ciascuno con degli indicatori.
Dopo 12 anni sono ancora tante le cose da fare. Anche l’ultimo rapporto 2012 mostra pochi progressi per il raggiungimento degli Obiettivi entro la fine del 2015. Si parla del raggiungimento di tre targets (è stata dimezzata la percentuale di popolazione priva di accesso sostenibile all’acqua potabile; dimezzato il numero di persone in estrema povertà; c’è un miglioramento significativo della vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli).[1] Ma per il resto poco è stato fatto, ed è ormai certa l’impossibilità di raggiungere i Millennium Goals entro il 2015.
Quali sono le cause che hanno arrestato il raggiungimento degli obiettivi? La causa condivisa dagli studiosi sembra essere la crisi economica mondiale senza precedenti, che ha comportato la riduzione delle risorse economiche. Crediamo tuttavia che siano stati sottovalutati gli effetti benefici che la risoluzione della questione ecologica avrebbe comportato sul raggiungimento degli otto obiettivi.
Eveline Herfkens, coordinatrice della campagna ONU per i Millennium Goals, ha analizzato gli otto obiettivi in rapporto al problema del cambiamento climatico, dimostrando che c’è complementarità tra le due cose. Ad esempio il riscaldamento globale ha comportato una riduzione delle precipitazioni; e questa ha ridotto la produttività in agricoltura e nella pesca. Questo fenomeno ha minato il raggiungimento del primo obiettivo, riducendo la sicurezza alimentare ed economica.
Quanto all’obiettivo 2, il cambiamento climatico e la conseguente perdita di risorse, ha costretto intere popolazioni a continue migrazioni, e ha ridotto, se non reso impossibile, la frequenza scolastica dei minori (la IOM International Organization for Migration prevede in futuro un aumento vertiginoso dei migranti a causa del cambiamento climatico).[2] Riguardo all’obiettivo 3 invece – spiega la Herfkens – i cambiamenti climatici possono aggravare le disparità tra i generi: le donne – che sono spesso le produttrici agricole più povere – subiscono di più i danni per l’esaurimento delle risorse naturali e la riduzione della produttività agricola.
Circa gli obiettivi 4, 5 e 6, i cambiamenti climatici favoriscono la prevalenza di malattie causate da vettori e influiscono sulla disponibilità di acqua potabile, diffondendo maggiormente malattie come il colera e la dissenteria. I bambini e le donne sono i più vulnerabili.[3]
Se poi allarghiamo l’analisi della Herfkens, all’intera questione ecologica, di cui il riscaldamento globale è solo una componente, si possono individuare ulteriori ostacoli alla realizzazione degli Obiettivi; ad esempio il saccheggio della biodiversità. La biodiversità non causa solo la scomparsa delle specie. Essa minaccia anche i sistemi di sostegno della vita e la stessa sopravvivenza di milioni di persone nei paesi poveri. La biodiversità infatti, per queste persone, è una risorsa. Esse continuano a dipendere dalle risorse biologiche per il nutrimento, la cura della salute, l’energia, i vestiti e le abitazioni.[4]
Innumerevoli sono le questioni ecologiche che potrebbero essere esaminate. Da questa breve analisi si intuisce che risolvere la questione ecologica poteva e può essere la chiave di volta per il raggiungimento dei tanto conclamati Obbiettivi del Millennio.
Altre letture
Ferrari, Angelo e Marelli, Sergio, Il big bang della povertà. Obiettivi del millennio: promesse non mantenute, 2005, Ed. Paoline;
Kempf, Hervè, Per salvare il pianeta dobbiamo farla finita con il capitalismo, 2009, Garzanti;
Baker, Christofer, Qualche riflessione sugli obiettivi del millennio, 2006, http://www.educazioneallosviluppo.net/Obiettividoc/C-Baker.pdf
[1] UN, The millennium development goals report, 2012, http://www.un.org/millenniumgoals/pdf/MDG%20Report%202012.pdf; trad. Ital.
Dichiarazione del millennio, 2000, http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/ pdgcs/italiano /Millennium/pdf/Dichiarazione_millennio_00.pdf.
[2] IOM, Climate Change, migration and critical international security consideration, 2011, http://publications.iom.int/bookstore/free/MRS42.pdf.
[3] Herfkens, Eveline, I cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo del millennio, 2005, http://www.campagnadelmillennio.it/mc_08/pdf/I_cambiamenti_climatici_e_gli_MDGs.pdf.
[4] Cfr. Shiva, V., Biopirateria. Il sacheggio della natura e dei saperi indigeni, 1999, Cuen, Napoli.
Questione ecologica e obiettivi del Millennio di Gianfranco Gatti