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Questione piccioni: non servono le gabbie

Creato il 01 agosto 2010 da Laperonza

Rosso Piccione.jpgI centri storici di tutta Italia sono dimora abituale dei piccioni. In alcuni casi essi fanno parte del paesaggio e del folclore. Si fatica a immaginare piazza San Marco senza piccioni. Montegranaro, quindi, non può e non deve fare eccezione. Perché da noi allora i piccioni rappresentano un problema? La risposta è semplice e lapalissiana: sono troppi.

L’amministrazione comunale già da qualche tempo ha installato dei gabbioni su alcuni tetti del centro storico. Questi gabbioni hanno la funzione di attirare i volatili con delle esche per poi catturarli e portarli altrove. Non voglio polemizzare sull’efficacia del metodo che, comunque, a mio parere, sembra più che altro un palliativo visto l’esiguo numero di animali di cui rende possibile la cattura in rapporto alla sterminata quantità presente nel borgo.

Ma è bene capire che, con questo o altri sistemi analoghi, come l’uso dei falconi, i colpi a salve per spaventarli o addirittura la soppressione, si cura l’effetto della malattia ma si tralascia la causa. E la causa è molto semplice: le abitazioni disabitate e fatiscenti. Le case semi-diroccate sono il luogo ideale per la proliferazione dei piccioni. Essi possono fare dimora all’interno, passando per finestre aperte, buchi nei muri o nei tetti e vivere al riparo dalle intemperie e dai pericoli. Se noi catturiamo, facciamo scappare o sterminiamo gli animali che vivono nel centro storico, ne verranno altri e altri ancora perché il nostro centro storico e le sue case pericolanti è il paradiso del piccione.

L’unico rimedio è, quindi, ovviamente, il recupero infrastrutturale del quartiere. Se analizziamo bene è cosa molto più semplice, onorevole, rispettosa e civile, nonché forse più economica (sono convinto di questo) di altri sistemi. Questione di volontà politica.


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