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Eravamo a soli 90 minuti dal sogno, nessuno avrebbe scommesso su l'Italia, nessuno ci credeva capaci di arrivare in finale, invece "battaglia" dopo "battaglia", prima gli Inglesi e poi i Tedeschi, abbiamo consquistato la finale del tetto d'Europa.
Tra metafore politiche e culinarie, siamo arriavati al "piatto forte", sfida tutta del Sud Europa, Spagna-Italia, sfida tra Paesi in piena crisi, sfida di cucina mediterranea. L'Italia arriva con qualche giorno in meno di riposo (tra semifinali e finale), ma è anche vero che a questi livelli, in una partita così importante, la stanchezza si senta davvero poco.
Sin dai primi minuti si vedono gli azzurri con poca forza, sia mentale che fisica, poca concentrazione, improvvisamente sembra tornata l'Italia del girone di qualificazione. Il ct mette in campo gli stessi undici di Germania-Italia, gli azzurri stavolta non riescono ad entrare in partita, si vede subito che non siamo all'altezza di fronteggiare le Furie Rosse, tutti comiciano a pensare che si doveva dar spazio a forze fresche, mettere Di Natale e Giovinco, Balzaretti da subito, magari provare anche Borini, invece che Balottelli, Chiellini e Cassano.
Le "Furie" ci mettono davvero poco a fare breccia, il primo tempo finisce sul 2-0. Ancora però ci si credeva, 'possiamo tornare in carreggiata' si pensava, 'un paio di cambi e ci siamo ancora', invece niente, esce Montolivo, entra Thiago Motta e dopo soli dieci minuti si infortuna, l'Italia rimane in 10 per buona parte del secondo tempo, altri 2 gol delle "furie rosse" prima del fischio finale sul 4-0.
Nelle due piazze, Roma e Madrid, davanti a innumerevoli maxi schermi, gli iberici cominciano a festeggiare, mentre gli italiani riprendono i motorini, si struccano, tolgono le parrucche tricolori e tornano a casa vedendo sfumare il sogno europeo, senza che la propria squadra sia stata in grado nemmeno di giocare a calcio.
Secondo molte voci il Ct ha sbagliato a mettere in campo giocatori non in condizione solo per gratitudine, portando la Nazionale a sfiorarlo solo quel sogno, e a strozzare in gola quel grido di vittoria che sarebbe stato stupendo. Peccato ragazzi, Peccato davvero!
di Luna Lorenzini
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