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Questioni di genere, stereotipi, sessismo e violenza. L’Italia non ama le sue donne! Lo dichiara l’ONU

Creato il 03 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate
Questioni di genere, stereotipi, sessismo e violenza. L'Italia non ama le sue donne! Lo dichiara l'ONU

Questioni di genere, stereotipi, sessismo e violenza. L'Italia non ama le sue donne! Lo dichiara l'ONU

Non sono più solo le “cattivissime”, “incavolatissime” italiane, e non sono manco quelle donne del movimento “Se non ora quando”, ma nemmeno le femministe “vecchio stampo” e tanto meno quelle della “scuola di Lotta Continua”, ora a pensare che in Italia le donne siano rappresentate come oggetti sessuali lo dice direttamente il Comitato delle Nazioni Unite che ha il compito di monitorare l’attuazione della Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) negli Stati che l’hanno ratificata.

Insomma oggi possiamo dirlo forte, gridarlo e scriverlo ovunque. Siamo un popolo di maschilisti! Eh già, le nostre pubblicità sono esclusivamente orientate ad un oggetto di desiderio sessuale che è il corpo di una donna. Lo siamo così tanto, come Paese, che il richiamo lo fa l’ONU.

“Ci auguriamo che il Governo ascolti le raccomandazioni del Comitato ONU”, affermano le attiviste della piattaforma “Lavori in corsa: 30 anni CEDAW”, che hanno presentato alle Nazioni Unite un ‘Rapporto ombra’ sullo stato di attuazione della Convenzione in Italia. “La nostra Piattaforma si impegna fin d’ora a monitorare l’operato del Governo nel dare seguito alle raccomandazioni che gli sono state rivolte”.

Secondo le Nazioni Unite, in Italia persistono profondi stereotipi che hanno un impatto schiacciante sul ruolo della donna e sulle responsabilità che essa ha nella società e in famiglia. Complici le dichiarazioni pubbliche dei politici, che non fanno altro che incrementare tale profondo dislivello tra i sessi.

E come se non bastasse lo stereotipo, ecco che nel rapporto ONU spunta il nostro vero dramma, la violenza di genere.
Nonostante la nota positiva per l’adozione della legge 11/2009 che introduce il crimine di stalking, il Comitato esprime la propria preoccupazione per l’alto numero di violenze perpetrate su donne e bambine, per la mancanza di dati sulle violenze contro immigrate, Rom e Sinti e per la persistenza di attitudini socio-culturali che “condonano” la violenza domestica. In particolare, stupisce e preoccupa l’alto numero di donne uccise da partner o ex-partner, indice del fallimento dell’autorità nel suo fondamentale compito di protezione delle donne.

Per questo Comitato ONU chiede al Governo di presentare entro due anni un rapporto sulle misure intraprese contro stereotipi e violenza di genere e raccomanda al nostro paese di adottare tutte le misure legali, amministrative, politiche ed educative necessarie a ridurre tali stereotipi. In particolare, le Nazioni Unite chiedono che lo Stato intervenga sulle immagini sessiste divulgate dall’industria della pubblicità e dai media, nelle quali donne e uomini sono spesso raffigurati in modo stereotipato.

Sul piano del mercato del lavoro, il Comitato rileva la costante disparità di salario e di trattamento tra uomini e donne e le scarse misure introdotte dallo Stato per conciliare vita e lavoro. In particolare, colpisce l’alto numero di madri che abbandonano il posto di lavoro dopo la nascita del figlio e la bassissima fruizione da parte dei padri italiani del congedo parentale (solo il 10%). Per questi motivi, tra le raccomandazioni fatte al Governo, si chiede che vengano introdotte urgentemente misure che incrementino il numero di donne impiegate e che portino all’abolizione sostanziale della pratica dei “dimissioni in bianco”.

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