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Questo è un lavoro per Bayonetta - Recensione - Wii U

Creato il 13 ottobre 2014 da Intrattenimento

È il momento di sancire il verdetto definitivo per Bayonetta 2, esclusiva di peso per Nintendo Wii U

Il nostro lungo percorso con Bayonetta 2 sta per giungere al termine: nelle ultime settimane abbiamo dedicato tanto tempo alla bella protagonista principale, scritto già due articoli e completato l'avventura principale, godendo di tutti gli extra e di quello che il gioco continua ad offrire dopo tale traguardo. In questo lasso di tempo ci siamo anche abituati al nuovo taglio di capelli di Bayonetta, fino ad apprezzarlo di più rispetto all'originale: la protagonista non ha perso una virgola della sua sensualità, del suo sarcasmo e della sua cattiveria al servizio del bene, con la tuta in lattice in grado di trasformarsi ed evocare demoni, i tacchi vertiginosi ed i colpi di ogni tipo ad accompagnare le combo più spettacolari.

Questo è un lavoro per Bayonetta
Ma al di là di tutto ciò sono proprio il gameplay ed i contenuti a fare la parte del leone in questo spettacolare action. Nintendo ci ha visto giusto supportando Platinum Games e lasciando un pugno di briciole agli altri produttori che non vedranno mai Bayonetta 2 su differenti piattaforme. La sua protagonista può essere considerata come la controparte femminile di Dante di Devil May Cry: è esagerata fisicamente e atleticamente, ha sempre la battuta pronta, si esibisce in combattimenti e in situazioni al limite del surreale. Ed infatti appena comincia la storia, il gioco sbatte in faccia un caos esagerato: un combattimento in cielo contro gli angeli pieno di esplosioni che viene interrotto ripetutamente da avversari più grandi che mandano letteralmente in pezzi lo scenario e in cui è possibile familiarizzare col sistema di controllo, senza preoccuparsi dell'energia vitale. Dopo questo tripudio di colori si ritrova nel prologo Bayonetta mentre fa shopping a New York con i conosciuti (da chi ha giocato il primo capitolo) Enzo, Jeanne e Rodin: ad un certo punto alcuni Jet che sarebbero dovuti essere lì per una parata creano il caos e attaccano la popolazione. Dopo aver visto Bayonetta prendere letteralmente a calci un aereo per non farlo schiantare contro un palazzo, parte una sequenza di intermezzo durante la quale succede di tutto, e che ha fugato anche qualsiasi nostro dubbio in termini di adattamento e censura: le parolacce si sprecano e la protagonista ammicca in continuazione, caratteristica peculiare fin dal primo capitolo.

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La danza di Bayonetta

L'essenza del predecessore è rimasta intatta, comprese le lunghe sequenze di intermezzo surreali già citate, che sono state alleggerite della componente Quick Time francamente accessoria: anche Bayonetta 2 parla di angeli e demoni, luce e oscurità, mentre gli umani rappresentano il caos. Il libero arbitrio di quest'ultimi è sempre stata un'arma a doppio taglio, ma anche fautrice della possibilità di crearsi un proprio destino senza sottostare a regole scritte da altri, spesso nel sangue. Per combattere i nemici la protagonista si esibisce in un bacio sensuale che apre il portale verso il purgatorio, all'interno del quale gli avversari sono visibili e gli umani possono vedere solo gli effetti delle distruzioni derivate dagli scontri. Il sistema di combattimento non si discosta dal precedente capitolo, ma lo rinfreschiamo per i nuovi adepti del titolo action di Platinum Games. Bayonetta ha a disposizione due pistole piantate nei tacchi che possono essere utilizzate col tasto Y del GamePad e alla fine di altre combo; con X è possibile sferrare i pugni (o utilizzare l'arma principale), con A i calci e con il tasto B eseguire il salto singolo e doppio.

Questo è un lavoro per Bayonetta
Questo è un lavoro per Bayonetta
Le combo prevedono diverse sequenze di tasti come ci si aspetterebbe dal genere, comprese quelle con il dorsale inferiore sinistro ZL, mentre è possibile eseguire le piroette con l'analogico sinistro. Le combinazioni più spettacolari finiscono sempre con un pugno o un colpo di tacco generati dalla tuta della protagonista (che nel frattempo rimane seminuda), e per questo sono le più letali. Consegnando gli LP d'oro raccolti a Rodin presso le porte dell'Inferno è possibile ottenere nuove armi quali ad ad esempio le spade Rakshasa, decisamente più efficaci del calcio della pistola con i pugni e in grado di liberare combo devastanti, oppure fruste, archi e altre che non vi riveliamo per lasciare il puro gusto della scoperta. Il protagonista del sistema di combattimento è però rappresentato da ZR, il dorsale inferiore destro, che attiva la schivata: se eseguita nel preciso istante nel quale il nemico sferra l'attacco, permette di attivare il cosiddetto Sabbath temporale, che rallenta l'azione per qualche istante, con tutti i benefici del caso. Il suo utilizzo non è banale ed è anche quello che ha reso il primo capitolo eccezionale: una volta acquisita una certa dimestichezza è possibile far danzare letteralmente la protagonista principale da un nemico all'altro, in una sequenza infinita di combo spettacolari e distruttive. Dopo un certo numero di colpi messi a segno si riempie un'apposita barra (Apoteosi di Umbra) che attiva la forza interiore della protagonista e anche qui succede il finimondo sullo schermo tra i colpi dell'eroina e quelli degli avversari. Un altro elemento cardine di Bayonetta è l'estrema spettacolarità e il susseguirsi degli accadimenti sullo schermo: nel solo prologo abbiamo dovuto combattere un nemico in corsa mentre distruggeva il ponte di Brooklyn, poi abbiamo danzato in volo tra jet e macerie, per arrivare infine a combattere un altro boss insieme a Jeanne e farlo a pezzi con la forza interiore demoniaca rilasciata dalla protagonista principale. Che poi le si è rivoltata contro! Una sorta di drago con coda che ha avvolto un grattacielo e che abbiamo combattuto in volo grazie alle ali di Bayonetta, mentre tra contrattacchi e mosse speciali, lo scenario cadeva a pezzi. Ogni capitolo del gioco è diviso in versetti, ciascuno dei quali dà una valutazione e un certo numero di Aureole in base alle proprie prestazioni - proprio come succede nel prequel - le quali possono essere spese nelle Porte dell'Inferno per abilità, armi, oggetti e tesori. Il gioco può essere affrontato in alternativa con i comandi tattili per un'esperienza più casual; i livelli di difficoltà sono chiamati apoteosi e sono tre, con il quarto, denominato apoteosi infinita, che non permette di attivare il Sabbat Temporale e si sblocca una volta aver portato a termine il gioco al livello più alto.
Questo è un lavoro per Bayonetta
Anche se come detto il sistema di combattimento è praticamente identico rispetto al predecessore, ci sono alcune novità sia in termini di accadimenti che di impostazione. Le vicende attorno a Bayonetta portano la protagonista anche all'Inferno per salvare Jeanne, e quindi durante i sedici capitoli dell'avventura sarà possibile affrontare veri e propri demoni, che rilasciano cristalli oscuri i quali hanno ad ogni modo la stessa funzione di accrescere il numero di Aureole raccolte. In diverse sezioni di gioco Bayonetta non sarà sola durante il combattimento, configurazione che accresce la spettacolarità e la possibilità di accedere a combo ancora più devastanti (sublimata dalla modalità Doppia Apoteosi, sulla quale torneremo più avanti), oltre che a giustificare i momenti narrativi i quali sono più snelli del capitolo originale ma egualmente esplicativi e spettacolari. Alcuni capitoli sono dedicati interamente agli scontri con i boss, e definirli fuori di testa è dire poco: solo God of War 3 ha raggiunto tali livelli di spettacolarità, con uno stile grafico forse ancora più epico, e in Bayonetta 2 combattere un nemico significa affrontarlo in molteplici configurazioni, in aria o a terra, mentre lo scenario viene devastato e il nemico lancia addosso di tutto verso la protagonista. Altri capitoli offrono piacevoli variazioni sul tema e sono anche omaggio a classici SEGA e Nintendo come Space Harrier e Starfox, come quando la protagonista si trova su un Jet, con tanto di mirino per uccidere i nemici a distanza. La stessa cosa vale per quanto riguarda i costumi: al costo di un importante numero di aureole è possibile vestire la protagonista principale, e alcuni suoi comprimari, nelle maniere tra le più disparate, compresa la tuta di Starfox con tanto di coda. In tale frangente cambia anche il mirino di lock dei nemici, che dal bacio tipico passa ad un quadrato verde, e il colore dei colpi, rappresentando davvero un incentivo estetico a cambiare quando si affrontano nuovamente sezioni a difficoltà più alta o per migliorare il punteggio. Non mancano i rimandi al titolo originale e diversi accadimenti direttamente collegati: la stessa trasformazione in pantera della protagonista e sezioni di esplorazione più pronunciate, comprese quelle sott'acqua, arrivano quasi subito, e non mancano i capitoli dove ci sono diversi segreti e viene favorita l'esplorazione per raccogliere oggetti come i famosi lecca lecca che ripristinano energia ed aumentano attacco e difesa, o gli scrigni in grado di regalare oggetti per aumentare energia e vitalità. Bayonetta 2 - Videorecensione
Questo è un lavoro per Bayonetta - Recensione - Wii U
Bayonetta 2 - Videorecensione

Da giocare e rigiocare

Dal punto di vista tecnico Bayonetta 2 è dotato sicuramente di un comparto grafico migliore rispetto al predecessore, soprattutto in termini di gestione delle fonti di luce, varietà di alcuni scenari ed effetti particellari. L'impianto artistico lo si ama o lo si odia, ma è indubbiamente di pregevole fattura con gli Angeli e i Demoni che hanno uno stile barocco tra il disturbato e il surreale che a noi piace tanto. Il titolo sviluppato dai Platinum Games è ancora più vivo, e nonostante ci troviamo in piena nuova generazione di console e PC pompati siamo rimasti in più di un'occasione estasiati dal connubio grafica più lavoro di fino che contraddistingue gli scorci all'interno dei capitoli, con una distanza visiva perfetta, scenario sempre in movimento, nuvole ad esempio cariche di pioggia in lontananza e in generale una rappresentazione dell'inferno, paradiso e mondo reale parecchio ispirata e sempre pregna di dettaglio.

Questo è un lavoro per Bayonetta
Tra i tanti momenti da ricordare c'è quello con una sorta di palazzo reale circondato da un giardino di acqua e un'imponente montagna sullo sfondo, oppure la serie enorme di cunicoli che portano fino alla bocca di fuoco dove risiede la regina dell'inferno. La risposta ai comandi è perfetta e il titolo gira per buoni tratti a sessanta fotogrammi per secondo; i maggiori cali si hanno curiosamente nelle sequenze di intermezzo, ma questo anche perché sono spesso fuori di testa sia in termini di regia che accadimenti. L'immagine rimane un po' sporca soprattutto in alcuni frangenti dove è più contrastata, ma ci troviamo senza dubbio dinnanzi ad uno dei titoli più belli da vedere su Wii U, e promosso a pieni voti da questo punto di vista. L'impianto sonoro segue la falsariga di quello grafico, le musiche sono ispirate e arrembanti in base all'azione che viene proposta, ci sono alcuni brani famosi licenziati ed è possibile selezionare tra il doppiaggio inglese e giapponese - ottimo per i puristi del genere - con la scelta dei sottotitoli in italiano. Abbiamo portato a termine Bayonetta 2 in circa dodici ore, ma al pari del primo capitolo fermarsi qui significa non sfruttare appieno le potenzialità di questo action: la forza del titolo di Platinum Games è quella di avere un sistema che porta a migliorarsi e rigiocare i livelli allo scopo di ottenere un grado superiore e più Aureole per sbloccare tutti gli extra presenti, cosa impossibile dopo un sola partita. Ci sono gli accessori da comprare, che permettono di perfezionare la propria tecnica e ottenere magari i Platino Puro senza essere toccati, ci sono le tecniche che permettono di inanellare combo ancora più devastanti, c'è da accumulare aureole per tutti i costumi, c'è il puro piacere di riaffrontare la storia ad un livello di difficoltà più elevato, tanta è la bellezza del sistema di combattimento. I corvi da raccogliere e i sortilegi da sbloccare, ovvero un sistema di obiettivi interno al gioco, sono altri piccoli incentivi; una volta terminato il titolo si accede alla Galleria, che propone una serie enorme di extra tra i quali il jukebox di tutte le musiche, sfondi, personaggi, modelli 3D di tutti i boss, veicoli, demoni angeli e personaggi principali... già immaginiamo i primi piani su Bayonetta e Jeanne, d'altronde l'abbiamo fatto anche noi.
Questo è un lavoro per Bayonetta
A suggellare rigiocabilità e longevità c'è la modalità Doppia Apoteosi, alla quale si accede dal menu principale: nella schermata iniziale è possibile ricercare un altro giocatore online, invitare un amico oppure giocare offline con l'aiuto della CPU. A questo punto si seleziona il personaggio da controllare (inizialmente ci sono Bayonetta e Jeanne, ma non solo) e l'equipaggiamento in termini di costume, armi e accessori tra quelli disponibili. Nel menu ci sono tutte le carte sbloccate e quelle non ancora ottenute: bisogna sceglierne sei in successione e portarle a compimento con successo per ottenere ricompense quali costumi ed aureole da spendere per ulteriori potenziamenti. C'è anche un grado associato alle proprie prestazioni: ogni sei versetti si ottengono dei punti che servono ad aumentare di livello, da D fino a S+. Abbiamo giocato sia online con qualche altro giornalista che col computer: nelle sfide disputate c'erano boss, nemici e scorci di ambientazione provenienti dal single player, l'energia inoltre veniva mantenuta tra una carta e l'altra fino al completamento della sesta. Queste sfide necessitano di parecchia bravura e padronanza del sistema di combattimento ma sono interessanti ed il fatto di poterle giocare in due aumenta il divertimento e la necessità di coordinazione, rappresentano quindi la sublimazione del sistema di combattimento e ulteriore incentivo a tornare sul gioco.

Pro

  • Gameplay ai vertici del genere action
  • Tanti extra, la struttura porta a rigiocare il titolo più volte e viene sublimata dalla modalità in cooperativa
  • Bello da vedere e artisticamente ispirato

Contro

  • Il gameplay e gli accadimenti mantengono la stessa ottima qualità del primo capitolo, senza però migliorarla

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