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Creato il 05 luglio 2012 da Ladybug
E’ un lamento.E’ una valle di lacrime.E’ uno spazio in cui posso sfogare tutto il mio malumore, il mio scoramento, la mia tristezza.I miei dubbi.Abbiamo passato un weekend difficile.Per cercare di abituare il più possibile Pulcetta alla presenza del Principe nella nostra vita e all’imminente convivenza, si rende necessario passare più tempo possibile tutti e tre insieme. Cosa che stiamo facendo già da un po’. Ma passati gli entusiasmi iniziali di Pulcetta, che considerava il Principe un’emozionante novità nonché una specie di macrobambolotto alla sua mercè pronto a soddisfare ogni suo capriccio; del Principe, cui non pareva vero di poter finalmente esprimere la sua innata natura paterna su una bambina pensante e parlante, saltando a piè pari la fase pannolinipuzzolenti e bocchebavose; miei, che guardavo mia figlia giocare e ridere con lui e dentro di me non potevo credere a quanto fosse stato facile.Bè insomma, passati questi momenti, la quotidianità è venuta a chiedere il conto.Pulcetta alterna momenti di affetto verso il Principe, nei quali lo abbraccia, lascia la mia mano e cerca la sua quando camminiamo per strada e pretende di guardare la tv appollaiata su di lui nonostante il caldo afoso di questi giorni, a momenti in cui mi dice che vuole che stiamo io e lei da sole, che non vuole che io e il Principe ci sposiamo (infatti nessuno convolerà a giuste nozze, perlomeno non in tempo brevi visto che altrimenti verrei arrestata per bigamia, ma nel suo cervello sposarsi vuol dire stare insieme e convivere).In tutto ciò si inserisce l’unica grande missione della vita del Principe: fare di un bambino un adulto; trasmettergli quelli che secondo lui sono i valori e i principi fondamentali per una persona; inculcare in questo piccolo essere le regole delle buona educazione dalla quali non si può prescindere.E a quanto pare queste regole non sono esattamente quelle che io ho insegnato a Pulcetta.O meglio: non è che con questo io voglia dire che ho cresciuto mia figlia senza spiegarle che bisogna sempre dire “per favore” e “grazie”, che è necessario ubbidire a quello che ti dice la mamma, che si mangia seduti composti con coltello e forchetta e non con i piedi. Ovvio che ho cercato di trasmettere queste rudimentali nozioni a mia figlia. Solo che, evidentemente, il Principe non ha fatto i conti con il fatto che è piccola ma è parlante e pensante, che ha le sue opinioni e i suoi desideri,  che vuole affermare la sua personalità e che spesso, per farlo, ti risponde “no” solo per il gusto di contraddirti. Più semplicemente è UNA BAMBINA  e in quanto tale non ubbidisce (quasi) mai.Lui forse ha questa idea di famiglia in cui basta dire una volta ai propri figli di fare una cosa qualunque (lavarsi le mani, lavarsi i denti, lavarsi la faccia….LAVARSI!) e te li ritroverai in fila davanti al lavandino a formare una perfetta linea retta come soldatini.Qualcuno vuole avere la grazia di spiegare a quest’uomo che non è così? Che per essere quasi sicuri che un bambino faccia una cosa bisogna ripetere l’ordine impartito come minimo dieci volte? E che questo non basta perché il suddetto nano abbia capito cosa deve fare PER SEMPRE?Esempio: se una sera dici a tuo figlio che deve mettere a posto i suoi giochi prima di andare a dormire, non sarai così illuso da pensare che la sera dopo li metta a posto senza che tu glielo debba ricordare? No! Glielo dovrai ripetere una media di 8,5 volte per ogni maledetta sera fino a che, forse, a dodici anni avrà capito cosa deve fare (ma nel frattempo ci saranno altre cose che avrai dovuto insegnargli).Qualcuno potrebbe per favore spiegargli con parole semplici che, a volte, è una questione di sopravvivenza? Che a volte ad un no che aiuta a crescere (il bambino) si preferisce un sì che aiuti la madre già esausta ad arrivare alla fine della giornata senza un martello pneumatico che le frantumi definitivamente il già precario equilibrio psichico?
E io in mezzo: tra lui che vorrebbe avere già il diritto di dire la sua sul tema educazione e lei che mi chiede di risposarmi con su padre.E io, che nel corso del weekend mi sono più volte chiesta se, anziché intraprendere una trasloco con conseguente convivenza e tutti gli annessi e connessi del caso, non fosse meglio mettere due stracci in valigia e salire sul primo aereo in partenza per destinazione ignota.Insomma è difficile.Tanto, tanto difficile.E io oggi nun gliela faccio.

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