Fumogeni, slogan, striscioni, polizia in assetto antisommossa: “Venduti, venduti, siete i servi di Riva”. Così lavoratori e cittadini hanno gridato la loro rabbia all’indirizzo dei sindacati “incapaci di rappresentarli” e mandando a carte quarantotto la manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil contro la chiusura dello stabilimento Ilva che potrebbe avvenire se venisse confermato il decreto di sequestro per disastro ambientale disposto dalla magistratura tarantina. Momenti di tensione in piazza della Vittoria a Taranto, dove circa 5mila operai, hanno dato voce alle paure dei dipendenti del colosso siderurgico su cui incombe il provvedimento di sequestro esecutivo dei sei reparti dell’area a caldo. A rischio sono i posti di lavoro di quasi 12mila persone solo tra i lavoratori diretti dello stabilimento, senza considerare le ricadute sull’indotto. E se i lavoratori non si sentono più rappresentati da questi sindacati e li contestano tanto duramente nelle pubbliche piazze un motivo ci sarà! Tant’è che la manifestazione è stata interrotta, i leader di Cgil, Cisl e Uil contestati pubblicamente e accusati di essere troppo vicini all'Ilva, e di non difendere la salute di cittadini e lavoratori! Si sono vissuti momenti convulsi anche se non vi sono stati incidenti. Dopo la partenza attorno alle nove da due punti differenti della città, due cortei si sono riuniti in piazza della Vittoria dove dal palco hanno tentato di parlare i leader sindacali. Ma dopo pochi minuti dall'inizio dell'intervento di Landini, è iniziata la contestazione. Manifestazione sospesa con uscita dei sindacalisti scortati dalla polizia. Evidentemente "Camusso & company" non sono ritenuti più rappresentativi delle istanze e dei diritti dei lavoratori, ma soltanto di “loro” stessi: un tempo la Polizia difendeva i padroni, oggi la triplice sindacale.
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Fumogeni, slogan, striscioni, polizia in assetto antisommossa: “Venduti, venduti, siete i servi di Riva”. Così lavoratori e cittadini hanno gridato la loro rabbia all’indirizzo dei sindacati “incapaci di rappresentarli” e mandando a carte quarantotto la manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil contro la chiusura dello stabilimento Ilva che potrebbe avvenire se venisse confermato il decreto di sequestro per disastro ambientale disposto dalla magistratura tarantina. Momenti di tensione in piazza della Vittoria a Taranto, dove circa 5mila operai, hanno dato voce alle paure dei dipendenti del colosso siderurgico su cui incombe il provvedimento di sequestro esecutivo dei sei reparti dell’area a caldo. A rischio sono i posti di lavoro di quasi 12mila persone solo tra i lavoratori diretti dello stabilimento, senza considerare le ricadute sull’indotto. E se i lavoratori non si sentono più rappresentati da questi sindacati e li contestano tanto duramente nelle pubbliche piazze un motivo ci sarà! Tant’è che la manifestazione è stata interrotta, i leader di Cgil, Cisl e Uil contestati pubblicamente e accusati di essere troppo vicini all'Ilva, e di non difendere la salute di cittadini e lavoratori! Si sono vissuti momenti convulsi anche se non vi sono stati incidenti. Dopo la partenza attorno alle nove da due punti differenti della città, due cortei si sono riuniti in piazza della Vittoria dove dal palco hanno tentato di parlare i leader sindacali. Ma dopo pochi minuti dall'inizio dell'intervento di Landini, è iniziata la contestazione. Manifestazione sospesa con uscita dei sindacalisti scortati dalla polizia. Evidentemente "Camusso & company" non sono ritenuti più rappresentativi delle istanze e dei diritti dei lavoratori, ma soltanto di “loro” stessi: un tempo la Polizia difendeva i padroni, oggi la triplice sindacale.
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