Magazine Diario personale

Questo weekend

Da Ladybug
Le cose sono andate più o meno così.Venerdì sera Pulcetta, con la sua valigetta e il giornalino di Barbie sotto il braccio, è partita con suo padre alla volta della montagna.Io, nonostante tutti gli sforzi fatti durante la settimana per convincermi che va tutto bene, che non c’è nulla di male, che è il corso naturale delle cose e non posso combattere contro l’inevitabile, che di lui mi devo fidare, che ha tanti difetti ma non è un pazzo scriteriato che farebbe qualcosa di controproducente verso sua figlia, etc, etc, sono caduta istantaneamente in un baratro di dubbi e di perplessità da cui rischiavo di non riemergere più.Così dopo aver passato l’intera giornata di sabato e cercare di distrarmi senza successo, barcamenandomi tra varie attività tutte con lo scopo di cercare di non pensare a cosa stesse facendo mia figlia lassù sui monti, domenica mattina ho deciso che dovevo dividere il mio tormento con qualcuno e il martire prescelto aveva le sembianze del mio amico Giacomo.Il quale, dopo avermi ascoltato piagnucolare pazientemente per 1 ora circa una sequenza di frasi senza senso (e se le piace di più lei? E se la fa ridere più di me? E se scopre una passione nascosta per la montagna e decide che preferisce vivere il resto della sua vita lassù? E poi è bionda, alle bambine, si sa, piacciono un sacco le bionde perché assomigliano alla Barbie!) deve avere pensato che il segno era stato ampiamente superato, e ha tirato fuori tutta la sua romanità* interrompendo la mia litania con un “ Aò!”. Che sono solo due vocali, ma racchiudono tutto un mondo di significati al loro interno. In questo caso volevano dire: “mi hai frantumato le palle, piantala sennò non solo dirò io stesso a Pulcetta che sua madre è una lagna priva di spina dorsale, ma mi assicurerò che viva felice e contenta tra i monti con le caprette che le fanno ciao, senza di te. E già che ci sono, mi faccio pure amica la maestra di sci, che ho proprio bisogno di perfezionare il mio stile.”Poi mi ha detto: “Passo a prenderti alle 11”.
E fu così che io e Giacomo (che per la cronaca è stato mollato la scorsa settimana dalla sua ultima fidanzata e si dichiara distrutto, anche se sospetto che sia il suo orgoglio ad essere a pezzi più che il suo cuore) abbiamo passato la domenica gironzolando per le Langhe a bordo della sua provvidenziale macchina decappottabile. Abbiamo mangiato in un baretto con vista sui vigneti e ascoltato cd che non ascoltavamo da secoli.
E poi domenica sera è arrivata e Pulcetta è tornata a casa.E quando mi ha detto: “Mamma mi sei mancata!”, ho capito che non ho nulla da temere.
*Forse non vi ho mai detto che, sebbene abiti tra le nebbie della pianura padana ormai da più di vent’anni, Giacomo è nato a Roma da genitori romani. L’accento non l’ ha mai perso, così come alcune esclamazioni tipiche della capitale. Come, appunto, “Aò!”.

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