Una silloge dai colori più celati quella di Stefania Onidi, scrittrice “sarda di nascita e umbra d’adozione”, come lei stessa si definisce. Qui Altrove e Oltre ci racconta una storia, una storia che ne racchiude mille. Storie di esistenze sensibili che hanno ricevuto un dono indomabile e per questo preziosissimo: la parola. Questa afflizione di ogni poeta rincorre anche la nostra autrice, che la rincorre a sua volta, in un circolo vizioso che è l’esistenza di un’anima sensibile, che nel profondo appartiene a chiunque. Con i suoi mezzi cerca di far questo, di raccontarci la sua storia e la storia di ciò che sente e vede. Da abile pittrice, infatti, (autrice anche dell’opera in copertina) la Onidi ci parla di un suo personale cammino tra i colori. Partendo da un silenzio interiore che apre la raccolta, ella decide di avvicinarsi senza sussulti alla luce, accennando dei lievissimi bagliori pittorici con il semplice uso della parola, raffinato e delicatissimo nel suo genere. Dopo di che il lettore si approssima, insieme a lei, alle varie tinte, impastando amore, passione, nostalgia e malinconia fino ad arrivare a chiudere gli occhi, in una dissolvenza di tinte che rende il percorso ciclico, partendo da un buio inafferrabile per giungere all’inconsistenza della vaghezza e dell’inespresso.
In una raccolta di palpiti femminili affiora, più di una volta, la tenerezza e la dolcezza del tocco di una madre, figlia di un’altra madre, che accompagna una creatura in un percorso che lei stessa le dipinge, col tratto delicato e pacato di chi assapora la vaghezza della nebbia e dell’ombra e la trova soffice, proseguendo con l’occhio giocondo di una bimba piena di grazia.
Ispirazione
Dove si nasconde?
Tra l’ineffabile e il definibile
tra silenzio e voce
tra il chiaro e lo scuro
tra effimero ed eterno.
All’improvviso si leva
il sipario delle cose:
tavolozza cangiante,
scrigno di inattese prospettive
e impreviste simmetrie.