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Qui pro quo

Creato il 13 settembre 2011 da Malvino

C’è da promuovere il nuovo album, bisogna concedersi alla stampa, offrire a ciascuno la faccia che torni più simpatica. Ecco, è qui che dev’essersi creato il qui pro quo, perché Luca Carboni offre al giornale dei vescovi il mea culpa di un ribelle che s’era illuso di poter cambiare il mondo: “Ci sentivamo illuminati, pensavamo di aver capito tante cose, ma abbiamo portato avanti quegli stessi schemi che avevamo rifiutato” (Avvenire, 13.9.2011); e ai fascistoidi che comprano il giornale di Feltri e Belpietro offre il ritratto di uno che trova “certezze e speranze nella fede”, per il quale “i valori principali sono quelli del cristianesimo”, che però sente trascurati, lamentando addirittura una preoccupante “mancanza di preti” (Libero, 13.9.2011).Si tratta di due interviste che probabilmente sono state concesse nella stessa giornata, a poca distanza l’una dall’altra, e l’artista deve aver fatto un po’ di confusione con le istruzioni avute dal suo agente. Insomma, il disgraziato scambio è evidente. D’altra parte – tutti sanno – “si piega tutto, tutto, dalle spalle alle antenne della tv” (Solarium, 1985).

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