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Dritto dritto dagli anni ottanta arriva questo "Quiet Cool", pellicola non molto conosciuta ma non per questo meno esploitativa. Anzi, gli amanti dell'action ottantesco lo conosceranno senza meno. Chi scrive lo ricorda con molto piacere, non guilty, ma puro piacere derivante da una messa in scena con tanta voglia di western (ahò, ve ricordate pure "Malone" (1987) di Harley Cokeliss con Burt Reynolds e Cliff Robertson) e grande lavoro da parte degli stunmen, senza CGI a rompere le palle.
James Remar, proprio lui, il mitico Ganz di "48 Ore" (tra le altre tantissime interpretazioni of course, da "Cruising" al sodalizio con Walter Hill), interpreta un poliziotto in quel di New York, tale Joe Dylanne, uno che ama cavalcare la motocicletta pure nel cesso, infatti lo vediamo arrestare uno scippatore su pattini giusto all'inizio, con inseguimento per le strade della Grande Mela e giù per la subway, ma non è questa la storia principale. Infatti il film prende le mosse da un vero e proprio massacro compiuto da una banda di bastardissimi coltivatori e spacciatori di marijuana, guidati daNick Cassavetes, che fanno fuori un pericoloso testimone e anche una famigliola di hippies che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Gli spacciatori (in formazione da fumetto, con immancabile albino freddo e spietato e anche il vecchio Chris Mulkey di "Rambo") ammazzano senza pietà il padre, la madre e tentano di chiudere la bocca pure al giovane Joshua Greer (Adam Coleman Howard, poi in "Schiavi di New York" di Ivory); lo trascinano legato ad una corda con una motocicletta per poi gettarlo da un dirupo, ma il bastardello non muore. La sorella Kathy(Daphne Ashbrook, sorellastra di Dana, il Bobby di "Twin Peaks", molto figa) chiama preoccupata il suo ex, naturalmente Joe lo sbirro, per chiedergli di investigare sulla sparizione della famiglia. Il vecchio Joe non se lo lascia dire due volte e parte per la California (si girò all'Henry Cowell Redwoods State Park, Fenton CA), dove troverà pane e formaggio per i suoi denti.
Produzione New Line Cinema targata Robert Shaye (che fa un piccolo cameo nel ruolo di un meccanico) che mantiene tutto quello che promette, pestaggi, omicidi, sparatorie e, come accennato in precedenza, grandi performances degli stuntmen che non si risparmiano in evoluzioni motociclistiche e cadute spettacolari (grandi tutti gli inseguimenti nel bosco e, soprattutto, l'attacco alla casupola con il tronco d'albero trascinato dalla jeep), valore aggiunto ad una pellicola semplice e godibile, condotta con mano sicura da Borris (tipo strano, di origini canadesi, che cominciò la professione con un film autobigrafico "Alligator Shoes" per poi finire nel girone televisivo) che non gira un capolavoro ma un solido b-movie ottantesco con tutti i luoghi comuni e le ingenuità del genere al loro posto. Tutto ciò potrebbe sembrare un male ma, a conti fatti, non lo è. Il pistolero solitario che arriva nel borgo per salvare la fanciulla in pericolo sarà sempre la solita vecchia storia trita e ritrita, ma funziona, soprattutto se servita con un certo gusto per la citazione western. Il finale, in questo caso, è tutto un programma con l'arrivo dei due eroi/sopravvissuti nel centro della cittadina con armi i pugno e i cattivi che li aspettano per la resa dei conti. Una dichiarazione di intenti, vera e propria, a cui il sottoscritto non può resistere.
C'è poco altro da aggiungere. Cassavetes di nero vestito, non pronuncia quasi parola, ma va bene così. Ci sono pure la vecchia Fran Ryan e Jared Martin, che fu il protagonista de "I Guerrieri dell'anno 2072" (1984) e di "Aenigma" (1987) di Fulci, senza contare una valanga di apparizioni nei serial Tv statunitensi, da "Dallas" a "Mike Hammer" e altri millanta titoli. Consigliatissimo. Musiche con tastiere e fiati molto eighties dello specialista Jay Ferguson (ex-membro dei mitici Spirit di Randy California, R.I.P) con Joe Lamont che canta la title-track "Quiet Cool" sui titoli di coda. Dvd della Image Entertainment, NTSC Region 1, ratio 1.78:1, Dolby Digital 1.0 del 2006.
Buona visione.
Belushi
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