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Quinta Puntata It’s Only Rock ‘n’ Roll…And I Like It!!!

Creato il 13 dicembre 2011 da Gaetanocelestre @GaetanoCelestre

Quinta Puntata It’s Only Rock ‘n’ Roll…And I Like It!!!

Da “Nove” n. 22, Periodico di attualità, politica, cultura e sport in distribuzione gratuita a Scicli.

Abbreviando questo mio discorso, per giungere il prima possibile ai giorni che ho vissuto di persona con loro – i Dioscuri – arrivo subito all’ultima giornata di prove, sei giorni prima della grande serata. Era stato un vero tour de force, per tutti, anche se il pezzo di Pino Daniele non era ancora pronto.
Per il resto tutto filava liscio come sempre: i pezzi venivano malissimo, Castore non finiva mai i suoi soli quando ciò era stato programmato, Polluce stonava il ritornello di Cocaine, il batterista continuava a dire – come durante tutte le prove precedenti – che nessuno era ancora pronto per affrontare una serata live e il bassista sorrideva saltellando. Insomma tutto procedeva nella routine, almeno a detta dei fiduciosi Dioscuri.

Così, concluse le prove, i due fratelli si batterono le mani e diedero congedo a tutti, ieratici come officianti ad una funzione religiosa. Se ne tornarono ognuno nelle proprie dimore. Poco più tardi squillò il telefono di casa Dioscuri. Nessuno dei due si era alzato per rispondere. Mai a memoria d’uomo qualcuno li aveva cercati tramite quello strano apparecchio misterioso, sulla linea telefonica (link), neanche gli Electric Light Orchestra. Fu loro madre a disturbarli, mentre stavano ascoltando get off of my cloud (link), sempre più ieratici, addirittura profetizzandosi a vicenda dei messaggi che avevano anche un non so che d’escatologico.

«Donna, cosa vuoi?» – fece Castore, alzando il braccio, fortemente irritato ma imperioso.

«Ragazzi, c’è un vostro amichetto che vi cerca al telefono!» – rispose la madre, che avrebbe voluto da tempo buttarli fuori di casa, ma fingeva di esser beata nel vederli così sereni e olimpici.

Polluce afferrò il misterioso arnese esoterico e dopo un paio di battute, disse al fratello:

«È il batterista…».

A questo punto vi spiegherò perché “batterista” e “bassista”, non hanno nome. Beh, è molto semplice: che rilievo possono avere in questa storia due personaggi che stanno per uscirne definitivamente e in maniera ignominiosa? Perché impegnarsi a trovargli pure un nome? La storia ogni tanto dimentica i Grandi, figuriamoci se conosce i nomi degli uomini piccoli.

«Beh, che vuole?» – disse Castore.

Polluce posò la cornetta, assumendo l’espressione di Sherlock Holmes che apre la porta del bagno inavvertitamente lasciata non chiusa a chiave e trova Watson in preda a problemi di diarrea:

«Dice che lui e il bassista…».

«Quello che ride sempre?».

«Già! Beh, lui e quell’altro sono d’accordo nel dire che non si sentono pronti per un concerto, così hanno deciso di fuoriuscire e fondare un duo da piano bar, senza piano, per suonare le canzoni di peppinodicaprio.».

Castore, allora, assunse una ulteriormente particolare espressione, come quella di Watson che vede aprirsi la porta del bagno, mentre ha problemi con la cacca, e per qualche attimo nota che le basette del dottor Holmes sono asimmetriche. Poi urlò:

«Ammutinamento, questo è ammutinamento!!! Telefona, chiamalo di nuovo! Ci parlo io!».

Ma era troppo tardi, i due musicisti si resero indisponibili e irreperibili per l’eternità. Forse emigrarono, forse vagano sulla Route 66…no, no, troppo pittoresco, sono più propenso nel credere che tutto d’un tratto si sia aperta una crepa nel terreno e li abbia inghiottiti. Forse, tra gli ignavi, in non so qual maniera, seguon la legge del contrappasso, ma c’è chi dice di esser sicuro d’averli visti suonare a delle feste di matrimonio, in Bangladesh. Restava poco da fare se non andare dal tizio del locale, esporgli il problema ed annullare tutto. Così, i Dioscuri, mesti come due personaggi da slow blues o come una chiesa di lunedì (link), si avviarono.

Il locale, forse per l’orario, era completamente vuoto, eppure il tizio salutava a destra e a sinistra in continuazione, manco si trovasse nel bel mezzo di una rissa al billionaire. Castore lo afferrò per un braccio, deciso:

«Senta, dobbiamo parlarle!».

«Oh, salve ragazzi – gli si rivolse il tizio – scusate ma sono occupatissimo adesso. Volete qualcosa da bere? Ah, sapete, ho fatto stampare diecimila volantini e manifesti giganti a tinchitè per la grande serata. Una grande campagna pubblicitaria, pure nelle reti TV…locali…beh, mica sono belluscone, accontentatevi, no? It’s only rock ‘n’ roll…».

«Sì, capisco – insisteva Polluce – ma vede…».

«Hey, ragazzi, ho detto it’s only rock ‘n’ roll…non rispondete? Come si risponde, su!?!».

I fratelli si guardarono sconsolati e poi risposero, mestamente in coro:

«But I like it!».

E se ne andarono, mentre il tizio urlava sguaiato credendosi Mick Jagger.

To be continued…

Gaetano Celestre



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