Magazine

Quirra, la prescrizione alla fine del tunnel?

Creato il 10 novembre 2014 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

La prima udienza del processo per disastro ambientale conseguente alle attività del poligono del Salto di Quirra rinvia tutto al 13 novembre, quando il giudice deciderà se accogliere le richieste delle parti.

Quirra Quirra, la prescrizione alla fine del tunnel?

In molti hanno descritto il 29 ottobre come quella che sarebbe stata una giornata storica per la Sardegna, data che avrebbe segnato l’inizio del processo contro i veleni del poligono di Quirra, responsabili appunto della Sindrome di Quirra, terribilmente simile a quella Sindrome dei Balcani che ha colpito e stroncato numerosi militari italiani che avevano partecipato alla guerra in Kosovo o alle relative esercitazioni.

Davanti al giudice monocratico di Lanusei si sono presentati per la prima udienza Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi, Paolo Ricci, che hanno comandato il PISQ (Poligono sperimentale e di addestramento interforze Salto di Quirra) dal 2004 al 2010  e Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon, che hanno diretto le operazioni del distaccamento  dell’areonautica militare di Capo San Lorenzo.

Durante l’udienza sono state presentate al giudice Nicola Caschili 33 richieste di costituzione di parte civile, tra le quali quella del WWF Italia, della Provincia di Cagliari, della Coldiretti e infine quella della Regione Sardegna, che non fa altro che far apparire il fantasma della prescrizione tra gli atti del processo. Questa richiesta della Regione rappresenterebbe infatti un’eccezione costituzionale e, in quanto tale, potrebbe bloccare l’attuale processo, i cui reati rischierebbero così di cadere nelle maglie della prescrizione.

Il giudice Nicola Clivio aveva chiuso, a luglio di quest’anno, i due anni di udienza preliminare con la decisione di prosciogliere 12 dei 20 indagati, tra cui tre membri della commissione del Ministero della Difesa, due chimici della Sgs Italia, accusati di occultamento di sostanze radioattive, quattro docenti dell’Università di Siena, il medico del Poligono e l’ex sindaco di Perdasdefogu. Per il giudice Clivio questo è stato anche l’ultimo atto da giudice dato che il giorno prima del rinvio a giudizio degli 8 ex comandanti del poligono è stato eletto al Consiglio superiore della magistratura.

Le indagini preliminari sono state avviate nel gennaio del 2011 dal capo della Procura di Tempio Pausani, Domenico Fiordalisi, che contestava dodici capi di imputazione, tra cui omicidio colposo plurimo, omissione dolosa, ostacolo aggravato alla difesa di un disastro e favoreggiamento. Di questi, l’unico per cui si è andati a giudizio è omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri. L’ipotesi del procuratore Fiordalisi è quella che nella più grande base militare d’Europa, quella appunto del Salto di Quirra, si sia verificato negli anni un inquinamento prodotto dagli esperimenti di armi e munizioni,  un conseguente smaltimento illecito di rifiuti con  brillamenti o interramenti di materiale bellico senza nessuna cautela per l’ambiente e per la salute della popolazione limitrofa.

Quest’inquinamento sarebbe all’origine dei casi di morte sospetta per tumori e leucemie tra i civili, soprattutto tra i pastori che avevano libero accesso ad alcune aree interne alla base per le attività di  pascolo. Secondo l’analisi fatta dal professor Evandro Lodi Rizzini del Cern di Ginevra, su alcune salme riesumate sono state trovate quantità anomale di Torio, una sostanza radioattiva che potrebbe condurre ad alterazioni del dna. A tal proposito, tra i prosciolti spuntano i nomi di due tecnici della Sgs, Gilberto Nobili e Gabriella Fasciani, a cui si contestava il falso ideologico in atto pubblico per aver certificato dolosamente l’assenza di inquinamento di “tipo antropico militare”, sopratutto in relazione ad esercitazioni con missili Milan. Missili prodotti dalla società Mbda, controllata da Finmeccanica e collegata alla Sgs.

Questo complicato groviglio di omissioni e missioni ripartirà il 13 novembre, quando il giudice  Caschili dovrà decidere se ammettere tutti i testimoni. La speranza è che questo processo rimanga nella storia delle pagine della Sardegna, come dell’Italia stessa, non solo perché per la prima volta sono stati portati a processo dei generali, ma perché sia fatta giustizia per la salute dell’ambiente e della popolazione che lo vive, oltre che per la sovranità territoriale dei cittadini sulla loro terra.




Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :