Ma l’attesa principale è sul ripristino del prepensionamento dei quota 96 della scuola, cioè di quei docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell’anno scolastico 2011/2012 e che sono rimasti intrappolati nella Riforma Fornero. Sui Quota 96 della scuola infatti, in questi ultimi giorni, il governo è stato protagonista di un brutto dietrofront: la misura era passata alla Camera ma poi è stata stralciata al Senato sotto la pressione della Ragioneria Generale dello Stato per problemi di coperture. L’esecutivo, per voce della titolare della Funzione Pubblica Marianna Madia si è subito però speso per precisare che la misura sarà “trasferita” nel provvedimento sulla scuola.
In attesa di capire come verrà risolto questo delicato nodo che riguarda almeno 4mila insegnanti e personale Ata va detto che il piano contenuto nelle bozze del Miur risulta comunque piuttosto oneroso. La sola obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro di 200 ore annue negli ultimi due anni di tecnici e professionali presenta un conto di circa 75 milioni l’anno. Poi ci sarebbe l’ipotesi di introdurre un credito d’imposta (“school bonus”), sulla falsariga dell’art bonus, per i privati che investono nella riqualificazione dell’istituto o in iniziative di orientamento; il ripristino della storia dell’arte nel biennio dei licei e degli istituti a indirizzo turistico; l’educazione musicale nelle scuole primarie l’educazione musicale e i percorsi di apprendimento precoce della lingua straniera in quelle dell’infanzia.
Alcune modifiche potrebbero arrivare anche sul fronte dell’orario di lavoro, per premiare il personale che dà una maggiore disponibilità. Sul fronte precariato, invece, nelle bozze del Miur per ora è ipotizzata una misura per ridurre drasticamente le supplenze di un solo giorno, massimo di una settimana, utilizzando personale di ruolo.
Fonte: pensionioggi