Giorgio Armani punta il dito contro Prada all'indomani della quotazione in Borsa ad Hong Kong; dopo quasi un decennio, finalmente Miuccia Prada e Patrizio Bertelli ce l'hanno fatta. Ma Armani non è per niente contento, anzi si scaglia contro la maison.
« Miuccia Prada - dichiara - ha scelto la strada dell'ironia e del cattivo gusto che piace. Nel suo genere è geniale come lo sono i due Dolce&Gabbana. Io ho scelto di vestire la gente. Mi rifiuto di fare baracconate soprattutto sull'uomo. »
Così Armani commenta le altrui sfilate, ritenendo che l'uomo proposto da Prada e da Dolce&Gabbana sia troppo eccentrico e che i capi proposti non siano indossabili dalla gente comune « Secondo me il nostro lavoro serve a far vedere capi che possano essere indossati dalla gente, cose che abbiano un senso. »
Sfilata Emporio Armani - Moda Uomo Milano 2011
Sfilata Prada - Moda Uomo Milano 2011
Sfilata Dolce&Gabbana - Moda Uomo Milano 2011
Per Armani uno stilista con la S maiuscola deve adeguare il suo genio e il suo gusto in previsione di quello del pubblico; vanno bene l'estro, la creatività, pure la follia, ma si deve creare e disegnare per vendere, non per compiacere le banche. « Non è un mistero per nessuno che in molti casi le banche dettino legge nel business delle griffe più degli stessi proprietari - continua - io invece dipendo solo dalla mia creatività e da quella dei miei collaboratori. Per me le sfilate sono una grande verità che tutti dovrebbero rispettare! »
Forte dei suoi 600 milioni in contanti (un tesoretto per molti) ed esente da debiti, Armani si dice lieto di essere svincolato dalle logiche previste delle quotazione in Borsa, che a parer suo accecano gli stilisti con la promessa di soldi facili. Danno o no, è pur sempre vero che l'imminente quotazione in Borsa a Hong Kong, prevista per il 24 giugno, porterà nelle tasche di Prada ben 900 milioni di euro.
Re Giorgio è un uomo pratico, si sa, un uomo di marketing che guarda ai numeri e nei numeri trova la forza per fondare e sostenere le sue convinzioni:
- 2,04 miliardi di euro il fatturato 2010 di Prada (+31,1% rispetto al 2009);
- 1,58 miliardi di euro quello di Armani, con una crescita inferiore (+4,3%), ma un utile netto record: 161 milioni (con una crescita dell'80%);
- 1,13 miliardi di euro per Dolce&Gabbana (+9,9% rispetto al 2009).
E non dimentichiamoci degli oltre 43 milioni di litri di acqua potabile raccolti grazie all'iniziativa Acqua for Life per aiutare le popolazioni del Ghana: non saranno soldi, ma i numeri parlano comunque chiaro.