Quote rosa

Sembravano definitivamente accantonate ed invece Improvvisamente Pisapia, il  nuovo sindaco di Milano e altri, si ricordano di loro; del contributo alla vita pubblica che può dare il gentil sesso. Incredibile nel 2011 siamo ancora a parlare di quote rosa, della garanzia insomma di riservare alle donne una quota / spazi nei luoghi di “Potere” altrimenti assegnati ad altri “maschi”.

La cosa è resa ancora più incredibile quando rapportiamo il tutto al nostro microcosmo familiare, quello presente (io ad esempio vivo con tre femmine) passato, le nostre famiglie d’origine o quelle che conosciamo ebbene non ci vuole molto ad individuare proprio nelle “quote rosa” i veri leader della casa.

Cosa succede allora nel pubblico / politica?

Senza fare analisi storico – sociologiche, è evidente che il ruolo di mamma gioca un ruolo decisivo poiché esiste il concetto chiaro che chi procrea fisicamente è anche colei che ha il ruolo primario nell’”avviamento”. Problema che da culturale diventa sociale, perché sappiamo tutti che nei paesi dove lo stato sociale funziona bene (nord Europa ad esempio) è facile trovare ministre e donne in ruoli manageriali di primordine. Questi sono i soliti dati nel campo statistico/sociologico, ma per parlare di donne dobbiamo fare un lavoro di fantasia d’immaginazione e la parodia delle classe dirigente italiane che ha proposto Corrado Ruzzanti su SKY mi ha fatto riflettere: non sono andato certo o a fare una ricerca approfondita, ma se è vero, ed è stato certificato, che membri delle logge massoniche hanno le redini del potere in Italia, di Massoni donne ne ho sentite poche. Guarda caso ogni volta che ci sono rivoluzioni emergono figure femminili che se pur nelle difficoltà logiche di condizione di mamma quantomeno sono state in evidenza. Penso alla resistenza alle rivoluzioni in Asia in America Latina. Sottolineo che emergono non che sono nominate dal potere stesso (maschio).

Per finire, il vento nuovo, come ha citato anche Rosario, passa anche dalle obsolete quote rosa, in attesa che le donne siano ai posti che le competono perché la società ha la maturità di non avere ancora tabù di “sesso, colore e religione” (Costituzione italiana articolo 3)