Quotidianità - 9

Da Dalailaps @dalailaps
    Positano
    La colazione quotidiana:  mai mangiato un krapfen migliore (Nutella mon amour).  
  
 Questa dovevamo proprio portarcela a casa. Quella che Franz afferma essere la
mia fermata della Circumvesuviana.
   Noi. Come al solito. :)
A Positano, mentre io e Franz fotografiamo il paesaggio, si avvicinano un ragazzo dai capelli rossi e una ragazza mora per chiederci (in Inglese) se possiamo scattare una foto anche a loro con la loro Reflex. Per comodità vi scrivo il dialogo in Italiano.Tizio a Franz - Scusami, ci scatteresti una foto?Franz - Certo! - e scatta (a dire la verità ne scatta più di una per sicurezza).Tizio - Grazie mille! Siete Italiani?Franz - Sì… siamo di Udine, nel Nord Italia.Tizio - …Franz - Vicino a Venezia! - e altrimenti come glielo spieghi?!Tizio e Tizia! - Aaah! Bella Venezia!Franz - Sì… ma qui l’acqua è più bella, non trovate? Da dove venite?Tizio - Io sono americano.Tizia - io sono di @R#*S§H#A.(Io proprio non avevo capito il posto)Franz - Aah! Che viaggio lungo! Io - Tesoro, dobbiamo andare! Salutiamo con educazione e andiamo. Poco dopo, camminando:Io - Ma scusami, una cosa che non ho capito è perché lei parlasse in Inglese se è di Brescia.Franz - …Io - Che ho detto?!Franz - Ha detto Russia!Misteri della pronuncia. Dire “Rasha” non è come pronunciare “Bresha”. Ancora adesso dibattiamo sull'effettiva origine della ragazza. - - -Dieci minuti prima di partire per tornare a casa sono scivolata davanti ad un portone di ferro battuto e mi sono slogata una caviglia. Negli anni ho rotto la caviglia sinistra due volte e l'avrò slogata almeno mezza dozzina, ma la destra… la destra era ancora perfettamente sana. Quindi non appena ho capito quel che era successo ho iniziato ad urlare ad intermittenza dal dolore (per intermittenza intendo “Ah! - Aaah! - Aaaaah!”).   Dal cancello è uscita una signora che quasi senza fiato urlava “Santa Maria! Vi siete fatta male?” (perché per chi non lo sapesse al Sud le persone si danno del Voi).Nel giro di tre minuti è successo quanto sto per elencarvi.
La signora è tornata in casa mentre usciva sua figlia, una signora sulla cinquantina, che non appena ha visto il mio ginocchio sinistro sbucciato ha iniziato a chiedermi se stessi male e, siccome stavo un po’ sanguinando, se avessi capogiri. Mentre la figlia tornava dentro casa per prendere tutto il necessario per disinfettarmi la ferita, la madre è uscita con una bottiglia di plastica contenente (credo) crema di limoncello congelata, dicendomi di metterla sulla caviglia perché non si gonfiasse. Mentre la vecchietta insisteva nel chiedermi se preferissi qualcosa di più comodo da tenere sulla caviglia (“Preferite che vi porti una bistecca?”) la figlia è uscita di casa correndo e mi ha disinfettato con, in ordine, Amuchina, acqua ossigenata e due marche diverse di Mercurocromo. Io quasi commossa continuavo a ringraziarla anche mentre con garza e nastro mi fasciava il ginocchio.Dopo altri mille ringraziamenti, e un rifiuto da parte mia di tenere la bottiglia di crema al limone anche per il viaggio, siamo partiti .In auto la caviglia ha iniziato a gonfiarsi; io non facevo che pensare che non m’ero mai curata tanto una ferita in vita mia - al massimo un po’ di buon vecchio disinfettante verde - e Franz sdrammatizzava dicendomi che con tutto quel disinfettante la signora mi aveva anche assolta dai peccati. Al Nord se inciampi per strada è già tanto se qualcuno ti da un fazzoletto di carta con cui pulire la ferita. Parlo per esperienza personale ovviamente, a me capita spesso di inciampare.Dopo una prima mezz’ora di macchina ci siamo fermati ad un caseificio per comprare della buona mozzarella di bufala e quando siamo andati anche in un supermercato vicino per comprare qualcosa per il viaggio (ben dieci ore) ho chiesto ad un commesso se avessero dei ghiaccio secco spray: Neanche ho fatto in tempo a finire la frase che lui ha visto il mio ginocchio, ha fissato la caviglia e ha chiamato da un lato all’altro del supermercato l’addetto alla pescheria.“Ruggerooo! La signora s’è fatta male! Che le daresti un sacchetto di ghiaccio?” e poi guardando me “Vada piano e stia attenta”.Morale della favola: sono uscita dal supermercato con tutti che mi fissavano e con un sacchetto di plastica ricolmo di ghiaccio. Due ore di viaggio e di sollievo che non scorderò mai. Come del resto trovo indiminticabili fatti del genere. - - -
A Pompei , camminando tra i resti di strade e abitazioni, sentiamo due ragazzi adolescenti (fratello e sorella) discutere dopo aver dato un’occhiata ad una vecchia casa, passeggiando giusto dietro ai loro genitori:- Sì, te lo dico io: quelli servivano per conservare il cibo!- Ma ne sei sicura? Sembrano come dei fori per tenerci vari gusti di gelato. Secondo me quella era una gelateria!- Figurati se all’epoca esisteva già il gelato! Fidati, quelli erano per il cibo!Io e Franz allunghiamo il collo verso l'interno della casa, ci guardiamo e io esplodo - Forse per il cibo digerito!Intuibile cosa fossero.   

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