R. D. Congo: disertori del m23 in fuga verso l’Angola

Creato il 29 luglio 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

di Giacomo Dolzani

Continuano a registrarsi diserzioni tra i guerriglieri del Movimento 23 marzo (M23), gruppo che da oltre un anno è protagonista di una guerra civile che sta insanguinando la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, con particolare intensità la provincia del Nord Kivu.
Il peggioramento delle condizioni di vita in cui si trovano i guerriglieri dell’M23 sta infatti portando a numerose diserzioni tra le file dei ribelli, male armati e ormai allo stremo, vittime di malattie e spesso costretti a soffrire la carenza di cibo; i miliziani sono infatti ormai stretti d’assedio dalle truppe regolari di Kinshasa che, benché non siano in condizioni di tanto migliori, sono più organizzate e meglio armate, oltre a godere dell’appoggio della comunità internazionale.
Negli ultimi giorni sono infatti stati intercettati e bloccati dalla polizia congolese circa 40 fuggitivi, appartenenti alle armate ribelli, che tentavano di attraversare il confine con il vicino Angola, con la quale la RDC condivide 2500 km di frontiera, difficilmente controllabili e che quindi diventano la meta principale per i guerriglieri che disertano.
Con l’offensiva lanciata poco più di un anno fa, il Movimento del 23 marzo chiede a Kinshasa il rispetto degli accordi di pace firmati tra il governo congolese ed il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (Cndp), una formazione militare nata nel Kivu ed in lotta contro le truppe regolari della RDC, diventata poi un partito politico ed in seguito incorporata nello stesso esercito nazionale.
Il M23 è una branca ribelle del Cndp, nata il 4 aprile 2012 e che combatte per questi fini politici ma, dietro a tali motivazioni sembrano anche essere presenti notevoli interessi economici, riguardanti le risorse naturali presenti nelle regioni di attività del gruppo, come appunto il Kivu, ricco di giacimenti minerari il cui controllo è uno degli obbiettivi dei guerriglieri.
Gli scontri si sono verificati con particolare intensità nella città di Goma, sul confine con il Ruanda, il cui esercito è stato infatti accusato da Kinshasa di sostenere i guerriglieri, con il fine indebolire l’autorità congolese nella regione ed espandere così la propria influenza sui giacimenti presenti nell’area, in favore delle proprie compagnie minerarie, affermazioni smentite con forza dal governo di Kigali che da sempre si dichiara estraneo ad ogni conflitto interno alla RDC, in cui il M23 è tra l’altro accusato dall’Onu di crimini contro l’umanità, tra cui stupri ed arruolamento dei cosiddetti bambini soldato.

da Notizie Geopolitiche



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